mercoledì 22 dicembre 2010

I Diritti degli animali

...gli animali sono trattati, di routine e sistematicamente, come se il loro valore fosse riducibile alla loro utilità per gli altri, di routine e sistematicamente sono trattati con mancanza di rispetto, e anche i loro diritti vengono di routine e sistematicamente violati” (Tom Regan, "The Case for Animal Rights") *

Introduzione

Dagli animali nagual delle popolazioni indigene alle teorie filosofiche sul giusto atteggiamento da tenere nei confronti degli animali. I progressi fatti grazie al dibattito filosofico e all’impegno della società civile come la Dichiarazione Universale dei Diritti degli Animali, sono certamente dei grandi passi avanti, impensabili solo un secolo prima. Oltre alle violazioni dei loro diritti occorre riflettere sulla concezione che equipara gli animali a merci. La società dei consumi predilige nutrire gli animali invece che gli uomini, semplicemente perché redditizi.

I diritti degli animali nella storia e il dibattito filosofico

L'uomo/animale si è modificato nel tempo. In alcune culture indigene del centroamerica ogni essere umano, fin dalla nascita, stabilisce un vincolo inscindibile con un animale che diventa il suo nagual, un essere magico, che lo proteggerà e lo accompagnerà per tutta la vita, nella buona e nella cattiva sorte. La difesa dei diritti degli animali da un punto di vista legale invece è un fenomeno relativamente recente, frutto di una evoluzione di pensiero. Si inizia con le dichiarazioni contro la violenza nei confronti degli animali di tipo compassionevole, per arrivare a pensatori che li equiparano agli uomini da punto di vista egualitario. Fra i più antichi c'era Pitagora che considerava il rispetto per gli animali e l'adozione di una dieta vegetariana elementi fondamentali.

La prima testimonianza di diritto che riguarda specificatamente gli animali risale al 1641 nel Massachussettes. Nel testo di legge si afferma che “nessun uomo può esercitare alcuna tirannia o crudeltà verso gli animali tenuti dall'uomo per il proprio utilizzo”. L'idea più elaborata nella quale si arriva a parlare di veri e propri diritti degli animali iniziò svilupparsi a partire dal XVIII secolo, nel contesto della filosofia etica. Jean-Jacques Rousseau, nell'Emilio, consigliava un'alimentazione vegetariana come pratica di educazione alla vita pacifica e al rispetto per gli animali, e anche Voltaire nonostante le differenti posizioni su altre questioni, si dichiarò d'accordo sul valore etico del vegetarismo.

Uno dei primi filosofi a parlare esplicitamente di liberazione degli animali fu l'inglese Jeremy Bentham, che nel suo Introduction to the Principles of Morals and Legislation del 1789 scrisse: “Verrà il giorno in cui gli animali del creato acquisiranno quei diritti che non avrebbero potuto essere loro sottratti se non dalla mano della tirannia”. Secondo Bentham il problema non è se gli animali possono ragionare o possono parlare, ma se essi possono soffrire: “ perché dovrebbe la legge negare la sua protezione a un qualsiasi essere sensibile?” Anche Arthur Schopenhauer sostenne che gli animali hanno la stessa essenza degli esseri umani, nonostante manchino della facoltà della ragione. Diede una giustificazione utilitaristica per l'uso di animali come cibo, ma sostenne anche che la morale dovesse prendere in considerazione gli animali, e si oppose alla vivisezione.

Nel 1892, il riformatore sociale inglese Henry Salt pubblicò diritti animali considerati in relazione al progresso sociale. In quest'opera Salt sosteneva il vegetarismo, mostrando il proprio sconcerto per la crudele condizione patita dagli animali d'allevamento. Approccio completamente differente quello dei pensatori della scuola neokantiana, i quali sostengono che solo un essere morale possa avere diritti da un punto di vista morale. Altri pensatori che si rifanno alla tradizione filosofica di Thomas Hobbes e della teoria della giustizia di Rawls, considerano la moralità come un contratto fra esseri razionali e fondamentalmente egoisti. Ma dato che gli animali non sono in grado di partecipare a questo patto, i contrattori umani non hanno alcun obbligo di considerarli in modo paritetico.

Negli anni '60 dello scorso secolo, un gruppo di intellettuali inglesi conosciuti come il Gruppo di Oxford inizia a criticare lo sfruttamento degli animali da parte dell'uomo e nel 1965 il Sunday Times pubblica un articolo di Brigid Brophy, intitolato The Rights of Animals. Era la prima volta che un grande giornale dedicava tanto spazio all'argomento. Parallelamente al gruppo di Oxford iniziavano a prendere forma le iniziative di attivisti conosciuti come il Fronte per la Liberazione Animale e altri gruppi che si opponevano alla caccia anche compiendo azioni contro i veicoli dei cacciatori o contro i laboratori farmaceutici. Più di recente il tema dei diritti animali fu poi trattato nel 1971 da Stanley e Roslind Godlovitch e John Harris, con il libro Animali, uomini e morale. Il libro era una raccolta di articoli che affrontavano il tema dei diritti animali con argomenti filosofici. ..... (continua)

continua su: www.gruppocinqueterre.it/node/71

* (Scheda realizzata con il contributo di Elvira Corona)

Scheda "Diritti degli animali" di Unimondo:

www.unimondo.org/Guide/Ambiente/Diritti degli animali




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