sabato 30 gennaio 2010

animali da sistemare

USKY

Attualmente risiede in una pensione a Pinerolo. Il cane ha circa 8 anni, è un
maschio castrato, va d'accordo con cani maschi e femmine ed è di una
dolcezza infinita.
info contattare Deborah Angeleri 347 1504852 - Elena Anselma 335 7710474

PEPPER

Ha 6 anni, è sterilizzata e regolarmente vaccinata e di ottimo carattere, molto affettuosa, abituata solo in appartamento.
E’ in pensione (a pagamento) in provincia di Torino. Si cerca adozione preferibilmente in Torino e provincia, previo controllo pre-affido, firma modulo di adozione e controlli post-affido.
info: Simonetta 333 3446307 vedovatto@fastwebnet.it

OLIVER

E' un bellissimo setter inglese, ha 4 anni. E' un cane eccezionale, dolcissimo, affettuoso, obbediente, equilibrato con tutti, persone e cani, sia maschi che femmine. E’ a Roma, ma per una buona adozione lo portiamo nel Centro e Nord Italia.
info 327 2018759 oppure 347 7169048

ARIEL

La micia quasi sicuramente era una "gatta di casa", non ha pulci ed ha occhi e orecchie pulite, inoltre è già sterilizzata ed ha tra i 3 e i 5 anni. E' educatissima, docile, non mostra aggressività nei confronti dei suoi simili e gode attualmente di ottima salute, anche se è risultata, purtroppo FIV+ (felv negativa). Si trova a Torino, è adottabile a Torino e provincia in appartamento (no piani terra o rialzati, no tetti accessibili o ballatoi )

info Erika 347 8514444 erikanano@hotmail.it

BIAGIO
Cagnolino aquilano di circa un anno, taglia media e in ottime condizioni di salute, è molto docile, va d'accordissimo con gli altri cani e anche con i bambini

info Eleonora Visalli nora89_2@hotmail.com]

CAVALLINO

Cavallino di 7 mesi, se nessuno lo prende il proprietario lo macella in casa.

E’ sanissimo, incrocio Appaloosa purosangue, si trova in provicia di Bergamo

info aurora_potenti@libero.it - franca.piazza@hotmail.it silviamelie@hotmail.it

BACKY

E’ un dolcissimo cagnolino di 5 anni, giocherellone e dolce, non ha problemi sia con i maschi che con le femmine. E’ sterilizzato, sano, in ottima forma (pesa 12 kg) ed era già abituato
in appartamento. E’ regolarmente registrato all’anagrafe canina e ha seguito tutte le profilassi per filaria e parassiti. Si trova a Torino ed è adottabile in tutto il Piemonte.
info
Sergio 331 7576273 info@felicebau.it


venerdì 29 gennaio 2010

L’ira delle associazioni per l’approvazione di “caccia no limits”


da www.gruppocinqueterre.it

Comincia la mobilitazione per battaglia epocale alla Camera

AMICI DELLA TERRA, ANIMALISTI ITALIANI, ENPA, FARE VERDE, GREENPEACE, LAC, LAV, LEGAMBIENTE, LIDA, LIPU – BIRDLIFE ITALIA, MEMENTO NATURAE, NO ALLA CACCIA, OIPA, ASS. VITTIME DELLA CACCIA, VAS, WWF ITALIA

ROMA. Ciò che è accaduto oggi in aula del Senato ha del vergognoso nei confronti dell'Europa, che è stata bellamente raggirata, ma soprattutto della natura e dei cittadini italiani, a cui qualcuno dovrà spiegare che la caccia e i fucili vengono prima di tutto.

E' stato ignorato il parere negativo del Ministero dell'Ambiente, che specificava come l'articolo peggiorava anziché risolvere la situazione di infrazione in cui l'Italia si trova sul tema caccia. E' stato ignorato il parere negativo dell'ISPRA, l'autorità scientifica nazionale che si occupa della materia. Sono stati ignorati e anzi dimenticati i pareri negativi dati dalle Commissioni competenti della Camera e dello stesso Governo, a partire dal ministro Ronchi, che aveva già bocciato un identico emendamento nel recente passato. E tutto questo per assecondare una minoranza di cacciatori non ancora contenti di poter cacciare cinque mesi all'anno, per giunta facendo ingresso nei terreni privati.

Il risultato è che con questo emendamento, qualora dovesse essere confermato dalla Camera, la stagione venatoria si allungherebbe ai mesi delicatissimi di febbraio e agosto, con un danno grave alla natura e l'aggravarsi del disturbo e dei rischi arrecati alle persone.

Per non parlare degli altri aspetti, solo apparentemente marginali, comportati da questa pessima norma: il carattere giuridico dato alla guida europea sulla caccia (con il rischio-certezza di un vero e proprio corto circuito tra norma e interpretazione e il caos giuridico che ne conseguirà) o l'assenza di qualsivoglia intervento sul grave problema delle deroghe di caccia alle specie protette.

Insomma una situazione disastrosa e imbarazzante, resa persino beffarda dall'approvazione di un subemendamento presentato come "soluzione" ma che non cambia di una virgola la sostanza e la gravità della norma approvata e sul quale, a leggere le ultimissime agenzie, persino il ministro Prestigiacomo dichiara di aver subito un raggiro.

Ora si dovrà spiegare il perché di questa incredibile scelta a quel 90% di italiani che respingono ogni idea di allungamento della stagione venatoria. E dovranno farlo in prima istanza il ministro Ronchi, che si è assunto la responsabilità di una scelta così clamorosamente sbagliata, e il Presidente Berlusconi, cui 150 associazioni di cittadini, professionisti, ambientalisti, animalisti hanno oggi chiesto invano un intervento risolutore.

Ma una cosa è certa. La battaglia alla Camera, per cui comincia da subito la mobilitazione, sarà epocale.


Caccia - Bonelli: Senato approva 'licenza di uccidere'
mobilitazione nazionale e internazionale per 'sterminio di stato'

"Il Senato ha approvato la licenza di uccidere che viene introdotta dall'articolo 38 della legge Comunitaria. Si tratta di una vergogna internazionale che il centro destra ha compiuto in cambio di una manciata di voti dei cacciatori". Lo dice il presidente nazionale dei Verdi, Angelo Bonelli. "Nei prossimi giorni lanceremo una mobilitazione nazionale ed internazionale per fermare questo vero e proprio sterminio di stato- conclude- a cui un Parlamento, ostaggio delle lo lobby delle doppiette, ha dato il via libera".


APC-CACCIA/ WWF: ITALIA DICE NO MA GOVERNO FA FINTA DI NIENTE
"Regioni ora potranno decidere una caccia no limit"
Nonostante solo un italiano su 10 sia favorevole alla caccia, il Governo italiano approva un emendamento che dà la possibilità alle Regioni di decidere una caccia no limit. E' la posizione del Wwf che ricorda i risultati di un sondaggio commissionato a Ipsos a febbraio 2009 secondo il quale il 69% degli interpellati è "fortemente contrario" alla caccia, il 10% "favorevole", "neutrale" il 21%.

"Solo qualche giorno fa le Nazioni Unite hanno inaugurato l'anno internazionale della biodiversità e i prossimi mesi dovrebbero anche in Italia essere dedicati alla salvaguardia della natura - dichiara Gaetano Benedetto condirettore del Wwf Italia - Il voto al Senato è tutto nel segno opposto. Alza la palla per le elezioni regionali poiché consente credibilmente di fare promesse di estensione dei calendari venatori. Questo ovviamente senza tener conto della probabile risposta dell'Ue che, come già avvenuto in passato più volte, potrà aprire procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese (Apcom)

mercoledì 27 gennaio 2010

Allevamenti: filmati shock

da www.gruppocinqueterre.it

Animali che non vedono mai la luce del sole, immersi negli escrementi, tagli della coda e delle corna senza anestesia, brutalità commesse dagli impiegati. Questo il triste spettacolo rivelato da un filmato clandestino, realizzato da un membro dell’associazione animalista Mercy for Animalsil quale ha lavorato per due mesi in un allevamento industriale nello stato di New York. Willet Diary, questo il nome dello stabilimento, fornisce latte alla Leprino Foods di Denver, azienda produttrice di formaggi e mozzarella utilizzati dalle catene di ristorazione Pizza Hut, Papa John's e Domino's.
Il documentario è stato poi ceduto all’emittente statunitense Abc che lo ha mandato in onda nel suo notiziario della notte. La crudeltà delle immagini ha immediatamente acceso il dibattito (ancora una volta) sul trattamento degli animali negli stabilimenti industriali. «Queste mucche sono considerate semplici macchine da latte» afferma Nathan Runkle, direttrice della Mercy for Animals. Il taglio della coda viene utilizzato in metà degli allevamenti Usa.

La pratica è stata bandita l’anno scorso in California e un provvedimento simile è stato introdotto la scorsa settimana nelle proposte di legge dello stato di New York. «Gli studi hanno dimostrato che il taglio della coda è una procedura barbara e inutile» afferma Jennifer Fearing, direttrice della Humane Society Usa.Dall’altra parte, l’associazione dei produttori di latte controbatte che la pratica impedisce alle mucche di diffondere con la coda sporcizia e letame nella mangiatoia, prevenendo infezioni e malattie. «Non penso possa essere d’aiuto la creazione di una forza di polizia che si aggira per le stalle a verificare che gli animali non abbiano la coda tagliata» sottolinea Chris Galen della Federazione nazionale dei produttori di latte.

Filmati: Parte1 Parte2

martedì 26 gennaio 2010

VegPyramid, linee guida di nutrizione

un libro di Luciana Baroni sulla dieta vegetariana degli italiani

Nel corso degli ultimi decenni i concetti che stanno alla base della Scienza della Nutrizione, in particolare l'adeguatezza nutrizionale di una dieta e le sue implicazioni sulla salute, hanno fatto sì che la dieta sia riconosciuta come la variabile dello stile di vita più efficace nell'influenzare, nel bene e nel male, lo stato di salute. Il tipo di dieta è in grado di esercitare effetti positivi nella prevenzione e nel trattamento delle principali malattie del mondo occidentale e per questo ha assunto un ruolo insostituibile nel campo della medicina preventiva.
Gli ultimi studi sono concordi nell'affermare che qualunque dieta sana, anche se onnivora, deve basarsi principalmente su cibi vegetali. Per questo i consigli contenuti in questa guida non si prefiggono solo di aiutare i vegetariani italiani a operare scelte alimentari che siano all'insegna dell'adeguatezza nutrizionale, secondo le raccomandazioni dietetiche nazionali e internazionali, ma possono essere utilizzati da chiunque abbia a cuore la propria salute.
A partire dall'analisi dell'adeguatezza nutrizionale di una dieta a base vegetale e analizzando la stretta interrelazione tra alimentazione e salute, le Linee Guida dietetiche indicate in Pyramid presentano i diversi cibi e gruppi alimentari, corredandoli delle informazioni pratiche e di esempi di menu, utili alla realizzazione di una dieta ottimale a base vegetale. Dieta che a livello internazionale trova proprio la sua più recente rappresentazione nella VegPyramid.

La VegPyramid è spiegata passo passo nel libro dalla dottoressa Luciana Baroni, medico, nutrizionista, e presidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana (SSNV).
Chi acquista il libro ne riceve gratuitamente una seconda copia in omaggio, da regalare al proprio medico o a chiunque ritenga di far partecipe della sua scelta, offrendogli una fonte di documentazione snella che si spera possa produrre maggiore conoscenza e consenso nei confronti di questa scelta di vita.

Ordinando il libro presso AgireOra Edizioni il ricavato della vendita sarà interamente devoluto come donazione a SSNV.

giovedì 21 gennaio 2010


TORINO VIVA in collaborazione con GRUPPO CINQUE TERRE

sabato 23 gennaio, ore 9.30-13
Cinema Empire, piazza Vittorio V. 5, Torino

“Un’altra Italia è possibile”
Aria Nuova in Città


coordinano

Giorgio Diaferia e Massimo Marino

intervengono
Maurizio Di Gregorio, Fiorigialli-GCT

Luisella Zanino, Associazione Torino Viva

Angelo Bonelli, Presidente dei Verdi


proiezione video
Lipdub
di Europe Ecologie - Blessed Unrest di Paul Hawken


intervengono
Francesco Furchì Presidente Ass. Magna Graecia Millenium
Laura Cima ecofemminista GCT

Roberto Cavallo cooperativa Erica – Ecodem
Andrea Zummo associazione Acmos

Marinella Robba redazione Eco-animali GCT
Giorgio Gardiol ex senatore – Il Girasole

Fernando Giarrusso Assoc. Ecologista Sostenibilità
Marco Francone direttivo LAV

Isabella Zanotti responsabile PBC Piemonte
Ennio Cadum Presidente ISDE Piemonte

Renato Bauducco del GCT, Torino
Sergio Castagna dei Verdi, Venaria
Emanuela Rampi associazione Torino Viva

conclusioni
Giorgio Diaferia

Presidente TorinoViva

“ UN’ ALTRA ITALIA E’ POSSIBILE ” -Torino 23 gennaio

cinema Empire ore 9,30-13

intervento di Marinella Robba

Abolizione del consumo di carne e impatto ambientale

Buongiorno, mi chiamo Marinella Robba. Sono un’attivista animalista e faccio parte del Gruppo delle Cinque Terre. Il mio intervento riguarderà una delle tante problematiche portate avanti dai movimenti animalisti: l’abolizione del consumo di carne, con particolare riferimento all’impatto ambientale. Senz’altro è la mia forte sensibilità nei confronti della sofferenza degli animali a portarmi a svolgere attività di vario genere nei movimenti animalisti e politici. Gli animali sono completamente alla mercé degli esseri umani, che ne dispongono a loro piacimento, noncuranti delle grandi sofferenze che possono infliggere. L’argomento si presta comunque ad un genere di pubblico orientato anche verso altre tematiche, ad esempio quelle ecologiste.

Vi parlo delle problematiche legate al consumo di carne perché il 31 gennaio si terrà la seconda Giornata Mondiale per l'Abolizione della Carne finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sull'uccisione di animali a scopo alimentare. Sei milioni di esseri sensibili, esclusi i pesci, vengono uccisi nel mondo ogni ora per essere trasformati in carne; senza contare la sofferenza di mucche e galline ovaiole, recluse, sfruttate ed infine ammazzate in giovanissima età. Il consumo di carne e prodotti animali causa più sofferenza e morte di ogni altra attività umana, pur non essendo affatto necessario. In vista della Giornata Mondiale per l’Abolizione della Carne singoli cittadini e gruppi si stanno attivando per organizzare iniziative di vario tipo (presidi, banchetti, volantinaggi, dibattiti, ecc.) nelle città di tutto il mondo. Per quanto riguarda l’Italia, sono già previste iniziative a Bari, Bologna, Catania, Genova, Ferrara, Firenze, Milano, Olbia, Palermo, Parma, Pordenone, Padova, Roma, Rovigo, Taranto, Torino, Trento e Verona. In particolare nella nostra città il 31 gennaio sarà allestito un banchetto con materiale informativo (Piazza Castello all’inizio di via Garibaldi). Evitare il consumo di carne è una scelta non solo possibile, ma anche facile da realizzare al giorno d'oggi e pochi immaginano le conseguenze positive. Smettendo di mangiare gli animali e i loro prodotti non solo si evita di far soffrire e uccidere tanti animali, ma si salva anche il pianeta, perché l'impatto ambientale della produzione di carne, latte, uova è rilevantissimo. Inoltre, si salva anche la nostra salute, perché con una alimentazione a base vegetale si diminuisce di molto la probabilità di ammalarsi delle varie malattie degenerative che sono la maggior causa di invalidità e morte nei paesi industrializzati (malattie cardiovascolari, cancro, obesità, osteoporosi) e si può ottenere in molti casi una regressione delle stesse malattie. E’ già ampiamente noto che le patologie cardiovascolari, neoplastiche e l'obesità sono in diretta relazione con l’eccessivo consumo di grassi, in particolare di grassi saturi, che fanno depositare il colesterolo nei vasi arteriosi, causando danni irreparabili all'organismo umano. A parità di tipologia di produzione, la dieta “normale” non equilibrata, consumando una sproporzionata quantità di alimenti di origine animale, ha ovviamente un maggiore impatto ambientale. Maggiore è il consumo di animali e maggiore è l'impatto ambientale. E’ noto che esiste il cosiddetto “indice di conversione”, che misura la quantità di cibo necessaria a far crescere di 1 kg l’animale. Ad un vitello servono 13 kg di mangime per aumentare di 1 kg, mentre ne servono 11 a un vitellone (un bue giovane) e 24 ad un agnello. I polli richiedono invece solo 3 kg di cibo per ogni kg di peso corporeo. Se si considera poi che l’animale non è tutta carne, ma vi sono anche tessuti non commestibili come ossa, cartilagini e frattaglie, queste quantità vanno quasi raddoppiate. Il rendimento delle proteine animali è analogamente basso: un bovino, ad esempio, consumando cioè 790 kg di proteine vegetali, produce meno di 50 kg di proteine. Per questo motivo gli animali vengono definiti “fabbriche di proteine alla rovescia”, intendendo che il bilancio alimentare fra le proteine vegetali usate per la loro alimentazione e le proteine animali da essi prodotte è negativo. Nel trasformare vegetali in proteine animali, un'ingente quantità delle proteine e dell'energia contenute nei vegetali viene sprecata: il cibo serve infatti a sostenere il metabolismo degli animali allevati. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’alimentazione vegan basata su produzione biologica è la meno impattante.

Relativamente all’impatto ambientale il discorso è molto complesso e sono stati effettuati studi scientifici sulla base di metodologie diverse. Comunque, volendo sintetizzare il discorso, dal punto di vista ecologico il consumo di carne comporta conseguenze locali per quanto concerne l’inquinamento, mentre a livello planetario causa eccessivo sfruttamento delle risorse.


INQUINAMENTO

Allevamento intensivo

Così come nel settore agricolo, lo sviluppo tecnologico dello scorso secolo ha portato grandi rivoluzioni nel settore zootecnico: anche per questo tipo di attività, il principio basilare è diventato l’aumento esponenziale delle produzioni per ottenere una più alta produttività al fine di assecondare la richiesta del mercato dei prodotti di origine animale, arrivato oggi ad essere quasi quattro volte superiore al fabbisogno giudicato adeguato dalla letteratura sull’alimentazione umana. L’industrializzazione della zootecnia è stata l’unica soluzione individuata per rispondere a tali necessità e ha imposto profonde trasformazioni al classico metodo di allevamento presente fino agli anni ‘50- ’60, periodo in cui è iniziata l’evoluzione del consumo di carne in Italia.

Sulla spinta di questa crescente richiesta di carne, latte e uova, la popolazione mondiale di mucche, maiali, pecore, capre, polli e altri animali d’allevamento è molto cresciuta; il numero dei quadrupedi di interesse zootecnico presenti sulla Terra è aumentato del 60% dal 1961, mentre quello dei volatili d’allevamento si è pressoché quadruplicato.

Le tecnologie che hanno permesso la trasformazione della zootecnia in zootecnia intensiva sono:

– l’evoluzione delle strutture delle stalle, che sono diventate strutture industriali e automatizzate;

– l’applicazione della chimica e della tecnologia all’allevamento attraverso l’introduzione di mangimi complessi e integrati che sono altamente inquinanti;

– la modifica genetica degli animali allevati;

– l’utilizzo di farmaci, vaccini e antiparassitari.

L’industrializzazione ha favorito così la concentrazione di animali in grandi strutture, riducendo drasticamente il bisogno di terreno; al giorno d’oggi, infatti, negli allevamenti industrializzati o senza terra, è concentrata la maggior parte degli animali; non solo bovini, ma anche polli, suini, tacchini e conigli. Circa il 60% della zootecnia in Italia è situata nella pianura padana, che ospita quasi 6 milioni di bovini e 6 milioni e 300 mila suini. Le regioni con il maggior numero di allevamenti intensivi sono la Lombardia, seguita dall’Emilia Romagna e il Piemonte. Gli allevamenti intensivi rappresentano il sistema di produzione in più rapida crescita, che fornisce il 43% del quantitativo globale di carne - era circa un terzo solo nel 1990 - che diventa più della metà per quanto riguarda la carne suina e il pollame.

La metodologia dell’allevamento intensivo, se pur con tecniche diverse, oggi si pratica anche per l’allevamento degli animali acquatici, quali ad esempio molluschi, pesci e crostacei.

Anche in questo caso, questo tipo di zootecnia fa largo uso di metodologie intensive, attraverso l’uso di tecnologie sempre più avanzate. Utilizza metodi di riproduzione artificiali avvalendosi dell’impiego di estratti ipofisari per controllare il processo riproduttivo e anticipare artificialmente la maturazione degli ovuli nelle femmine e del liquido seminale per i maschi.

Negli allevamenti i pesci vengono allevati con metodi artificiali in condizioni intensive in ogni fase: per esempio, nell’allevamento della trota la densità di trote di circa un mese per metro quadrato è di 30.000 elementi. Anche per questo tipo di allevamento si fa largo uso di principi farmacologici quali antibiotici, formalina e antiparassitari. Nell’alimentazione dei pesci si fa uso di diete artificiali, soprattutto sottoprodotti del macello, residui dell’industria dello scatolame, sottoprodotti della lavorazione del pesce e mangimi secchi contenenti farine animali, integratori, antiossidanti e antibiotici. Durante la fase dell’allevamento l’impatto ambientale è rilevante ed è normalmente correlato all'agricoltura chimico-intensiva e si verifica in maniera significativa anche nell’alimentazione carnea da produzione biologica. L'impatto delle deiezioni animali sull'ecosistema è paragonabile, se non maggiore, all’impatto di eventuali pesticidi e fertilizzanti chimici. Soltanto in Italia gli animali da allevamento producono annualmente circa 19 milioni di tonnellate di deiezioni a scarso contenuto organico, che non possono essere usate come fertilizzante. Attualmente, lo smaltimento di questi liquami avviene per spargimento sul terreno, il che provoca un grave problema di inquinamento da sostanze azotate, che causa inquinamento nelle falde acquifere e nei corsi d’acqua di superficie. Calcolando il carico equivalente, ovvero trasformando il numero di animali in quello equivalente di popolazione umana che produrrebbe lo stesso livello di inquinamento da deiezioni, in totale, in Italia, gli animali equivalgono ad una popolazione aggiuntiva di 137 milioni di cittadini, cioè più del doppio del totale della popolazione. Anche la qualità e la consistenza degli escrementi animali, connessi con il tipo di allevamento

senza lettiera di paglia, con il foraggiamento degli animali e con il grande impiego di medicinali negli allevamenti intensivi, hanno trasformato quello che in passato era un concime in un rifiuto di cui si impone un attento smaltimento. Studi scientifici hanno dimostrato che il manzo è di fatto l'alimento a maggior impatto ambientale. Gli altri alimenti che hanno i maggiori impatti sono risultati formaggi, pesce e latte. Gli animali vengono considerati “macchine da produzioni alimentari”, possiamo aggiungere, macchine poco convenienti visto che, per produrre poco, inquinano tanto e, soprattutto, consumano tantissimo.

Per combattere l'insorgere di malattie dovute alle tremende condizioni di vita degli animali gli allevatori fanno largo uso di antibiotici in via preventiva, quindi sugli animali sani. Questa pratica provoca l'insorgenza di batteri resistenti alle cure antibiotiche, che si diffondono in natura a partire dai corsi d'acqua dove finiscono le deiezioni degli animali e nell'organismo di chi consuma quella carne, sia perché ingerisce batteri, sia perché introduce continuamente nell’organismo antibiotici a basso dosaggio che non uccidono, anzi rendono resistenti i batteri già presenti nel proprio corpo. Il risultato è una maggiore virulenza di malattie come la tubercolosi, che si credeva ormai definitivamente sconfitta dopo la scoperta della penicillina. Nell'edizione del 21 aprile 2001, il "New Scientist" rivela che alcuni ricercatori hanno scoperto che dentro l'acqua del suolo sottostante fattorie d'allevamento, si trovano batteri resistenti alla tetraciclina (un antibiotico usato comunemente sia in medicina veterinaria che umana), proveniente dai batteri del sistema digestivo dei maiali allevati nelle fattorie. Questo fenomeno di resistenza è diventato assai inquietante per la sanità pubblica mondiale, poiché malattie tipo la tubercolosi, un tempo facilmente curabili tramite antibiotico, diventano sempre più difficili da arginare. L'Organizzazione Mondiale della sanità ha recentemente lanciato un allarme.

Produzione

Il consumo di carne provoca un elevato impatto ambientale anche per un’altra ragione. Infatti, a differenza del cibo di origine vegetale che raggiunge quasi direttamente il consumatore, il cibo di origine animale, oltre a consumare tantissimo cibo vegetale, deve essere sottoposto a vari trattamenti prima di essere consumabile. I processi di lavorazione, produzione e trasporto degli alimenti di origine animale hanno un impatto ambientale elevatissimo. Deve inoltre essere considerata l'energia necessaria per la coltivazione del cibo per gli animali e per il funzionamento degli allevamenti stessi.

Il carico inquinante è di tipo locale mentre il consumo delle risorse è diffuso a livello planetario.


CONSUMO DI RISORSE

Denutrizione e deforestazione nel Terzo Mondo

Circa 24.000 persone muoiono ogni giorno a causa della fame, della denutrizione e delle malattie ad essa collegate. Di queste circa 18.000 sono bambini. Ciò significa che ogni settimana muoiono circa 170.000 persone, ogni mese circa 700.000, ogni anno quasi 9 milioni. In totale, quasi un miliardo di individui non ha cibo a sufficienza, mentre un altro miliardo consuma prodotti animali in maniera smodata. Nei paesi poveri del Sud del mondo sono state incentivate le produzioni di cereali, oleaginose e proteaginose destinate ad essere esportate e successivamente utilizzate come mangime per l'allevamento intensivo del bestiame, bestiame che si trasforma in tonnellate di carne e va a costituire la dieta squilibrata del Nord del mondo. Il 77% dei cereali in Europa non è destinato al consumo umano, ma ai mangimi per animali. Negli USA, l'87%. Nei paesi più poveri, solo il 18%. Su scala mondiale, il 90% della soia e la metà dei cereali prodotti globalmente sono destinati a nutrire gli animali anziché gli esseri umani. (fonte: Database FAO, Food Balance Sheet, 2001).

Secondo quanto riportato dalla Commissione Europea, il nostro continente è in grado di produrre abbastanza vegetali da nutrire tutti i suoi abitanti, ma non i suoi animali. Solo il 20% delle proteine destinate agli animali d'allevamento proviene dall'interno, il resto viene importato dai paesi del sud del mondo, impoverendoli ulteriormente, e sfruttando le loro risorse ambientali. Sei miliardi di umani, tanto onnivori quanto il cittadino medio occidentale, richiederebbero più del doppio delle terre emerse esistenti, perché sarebbe necessaria una quantità di cereali pari a più del doppio dell'attuale produzione. A questa mancanza di spazio si correla il discorso della deforestazione a fini zootecnici e il cambiamento di gestione delle foreste pluviali.

Le grandi aziende zootecniche non permettono la rigenerazione del bosco al termine del ciclo di sfruttamento agricolo del terreno. Il disboscamento operato per far posto agli allevamenti di bovini destinati a fornire proteine animali all'Occidente ha distrutto in pochi anni

milioni di ettari di foresta pluviale. Ogni anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali. L’allevamento intensivo non ne è la sola causa, ma sicuramente gioca un ruolo primario: nella foresta Amazzonica l'88% dei terreni disboscati è stato adibito a pascolo e circa il 70 % delle zone disboscate del Costa Rica e del Panama sono state trasformate in pascoli. A partire dal 1960, in Brasile, Bolivia, Colombia, America Centrale sono stati bruciati o rasi al suolo decine di milioni di ettari di foresta, oltre un quarto dell'intera estensione delle foreste centroamericane, per far posto a pascoli per bovini. Paradossalmente, questa terra non è affatto adatta al pascolo: nell'ecosistema tropicale lo strato superficiale del suolo contiene poco nutrimento. Dopo pochi anni di pascolo il suolo diventa sterile, e gli allevatori passano ad abbattere un'altra regione di foresta. Gli alberi abbattuti non vengono commercializzati, risulta più conveniente bruciarli sul posto.

Da dati del CIFOR, Centro per la Ricerca Forestale Internazionale, dal 1997 al 2003 l’esportazione di bovini dal Brasile è aumentata del 600% e l'80% di questa crescita si è avuto negli allevamenti siti nella foresta amazzonica Brasiliana.

Da ricerche del'Istituto di Ricerca Spaziale (INPE) del governo Brasiliano è emerso che in soli 10 anni, la regione ha perso un'area due volte il Portogallo. Gran parte di essa è diventata terra da pascolo. Nelle zone semiaride, come l'Africa, lo sfruttamento dei suoli per l’allevamento (i cui prodotti vengono esportati nei paesi ricchi) porta alla desertificazione, cioè alla riduzione a zero della produttività di queste terre. Le Nazioni Unite stimano che il 70% dei terreni ora adibiti a pascolo siano in via di desertificazione. Anche alcune parti delle Grandi Pianure del “West” americano si stanno trasformando in deserto. Ampi fiumi sono diventati ruscelli o si sono prosciugati del tutto lasciando spazio a distese di fango. Dove prima vi erano vegetazione ed animali selvatici di ogni specie, oggi non cresce più nulla e non vi è più vita animale. L’allevamento estensivo di bovini è stato, e continua a essere, la causa di tutto questo.


Il consumo di acqua

Il consumo di acqua da solo è in assoluto l’impatto maggiore. Il 70% dell’acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e dall’agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire gli animali d’allevamento), l’8% è usata nel consumo domestico, il 22% nell'industria (Fonte: Stockholm International Water Institute, SIWI, 2004). L’acqua viene impiegata per l’irrigazione di cereali, soia, girasole, cotone, lino, etc. - spesso importati - che costituiscono gli integratori energetici e proteici per il bestiame; una mucca da latte beve 200 litri di acqua al giorno, 50 litri un bovino o un cavallo, 20 litri un maiale e circa 10 una pecora; senza considerare l’acqua utilizzata per le operazioni di pulizia di stalle, sale di mungitura ed altro. A titolo di esempio, il settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli cinque chili di carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in un anno. Nell'agosto 2004 si è tenuta la consueta “Settimana Mondiale dell’Acqua”, a Stoccolma, durante la quale gli esperti hanno spiegato che le riserve d’acqua non saranno sufficienti a far vivere i nostri discendenti con la stessa dieta oggi imperante in Occidente. Non possiamo aumentare la quantità d'acqua presente nel mondo: possiamo solo cambiare modo di usarla. Il che significa da una parte migliorare le tecniche di irrigazione, dall'altra tagliare gli sprechi. Lo spreco maggiore deriva proprio dalla produzione di alimenti animali.

Fame nel Sud del mondo, deforestazione, inquinamento, malattie nel Nord del mondo e, per dovere di completezza, la vita e la libertà degli animali zootecnici, sono solo aspetti diversi delle nostre scelte quotidiane. Soltanto una conseguenza della nostra alimentazione.

Se elimineremo il consumo di carne e di prodotti di origine animale dalla nostra alimentazione non solo sarà possibile un’altra Italia, ma sarà possibile un altro pianeta Terra. Il consumatore ha un ruolo determinante perché è in grado di condizionare l’offerta del mercato.

Gli animalisti chiedono a tutti gli ecologisti di prendere coscienza dell’elevato impatto ambientale causato dal consumo di carne, latte e uova e di dare un contributo nella divulgazione di queste riflessioni, in modo che tutti i cittadini abbiano gli elementi per fare le proprie scelte alimentari secondo coscienza.

Grazie per l’attenzione.

mercoledì 20 gennaio 2010

VEGAN: OK


NASCE IN ITALIA ENTE DI CERTIFICAZIONE VEGANO


Nasce in Italia www.VeganOK.com , la certificazione dedicata a tutti i prodotti realizzati senza parti di origine animale. Chiunque consideri importante la salvezza ed il rispetto degli animali, avrà finalmente a disposizione uno strumento immediato per poter selezionare i propri acquisti.

www.VeganOK.com è una certificazione utile al consumatore Etico che reputi importante evitare l’uccisione e lo sfruttamento degli animali, ma anche uno strumento semplice ed economico per le aziende attente a queste tematiche e con la necessità di segnalare al consumatore i propri singoli prodotti realizzati senza parti o ingredienti di origine animale.

Per informazioni, segnalazioni e adesioni: www.VeganOK.com

martedì 19 gennaio 2010

Le SFIGATTE chiedono aiuto

Le SFIGATTE chiedono aiuto!

Per poter continuare la loro azione a tutela degli animali


Visitate il sito www.myspace.com/lesfigatte

visitate il forum http://lesfigatte.forumfree.net

lesfigatte4@gmail.com

giovedì 14 gennaio 2010

Jack cerca casa

Ha 3 anni e mezzo e si chiama Jack. E' un cane dolcissimo; ha paura degli uomini, delle mani e di tutti gli oggetti che una ha in mano, trema e scappa piangendo..da cucciolo e' sempre stato picchiato fino a sentire le urla nel condominio; tutti i giorni per 3 anni e mezzo .
Oggi non vede l'ora che arrivino i volontari per saltargli addosso e leccarli tutti..

per adozione: Marinella 335 6335716 marinella.bruno@telecomitalia.it

mercoledì 13 gennaio 2010

31 gennaio, Seconda Giornata per l'Abolizione della Carne

Iniziative in Italia
Che cos’è la Giornata Mondiale per l’Abolizione della Carne?
La Giornata Mondiale per l'Abolizione della Carne vuole promuovere presso il grande pubblico la rivendicazione politica di abolizione dell'assassinio di animali a scopo alimentare. Sei milioni di esseri sensibili vengono uccisi nel mondo ogni ora (!) per essere trasformati in carne; senza neanche contare il massacro dei pesci e la sofferenza di vacche e galline ovaiole, recluse, sfruttate ed infine ammazzate in giovanissima età.
Il consumo di carne e prodotti animali causa più sofferenza e morte di ogni altra attività umana, pur non essendo affatto necessario.
Domenica 31 gennaio, avrà luogo in diversi paesi la seconda Giornata Mondiale per l’Abolizione della Carne.
Diversi singoli e gruppi si stanno attivando per organizzare iniziative di vario tipo (presidi, banchetti, volantinaggi, dibattiti, ecc.) nelle città di tutto il mondo.
Per quanto riguarda l’Italia, sono già previste iniziative a Bari, Firenze, Milano, Pordenone, Padova, Roma, Torino.
Di seguito il dettaglio degli appuntamenti, che si svolgeranno domenica 31 gennaio (pomeriggio) o in alcuni casi sabato 30 gennaio (pomeriggio).
Chi fosse interessato ad organizzare un’iniziativa (da un semplice volantinaggio ad un presidio), ricevere materiali (volantini, ecc.) o informazioni sulle altre iniziative può contattare il Coordinamento Italiano al seguente indirizzo:


Sito del Coordinamento Internazionale: www.nomoremeat.org

Torino, tutela degli animali: giro di vite al circo e multe anti botti

Sarà vietato l'uso di esemplari esotici

La notizia che farà più discutere è la stretta sull’uso degli animali esotici nei circhi: norme più severe rispetto a quelle nazionali o addirittura divieto di impiegarli in mostre, fiere e, per l’appunto, circhi. Il che escluderebbe Torino dal circuito degli spettacoli itineranti. Raddoppiate le sanzioni per chi sgarra.E’ uno degli ultimi punti in discussione del regolamento comunale per la tutela degli animali, versione rinnovata del testo approvato ad aprile 2006: oggi l’ultimo incontro tra i funzionari dell’assessorato all’Ambiente e la Consulta animalista, che collabora all’aggiornamento del testo. Entro quindici giorni l’assessore Roberto Tricarico porterà in giunta il documento riveduto e corretto, prima tappa di un iter che approderà in Sala Rossa. Niente più tigri, elefanti e dromedari nei circhi sotto la Mole? La Consulta, favorevole alla tolleranza zero, ha già presentato una petizione con oltre 2 mila firme. L’assessore è orientato ad accogliere l’appello, inserendo il divieto nel regolamento. «In linea di massima sono d’accordo», commenta Tricarico. Il quale, a scanso di equivoci, sottoporrà ad una riunione di maggioranza un tema evidentemente controverso.Le altre novità, con riferimento agli animali domestici, non sono da meno. Tre riguardano l’articolo 9: divieto di detenere collari elettrici (la vendita in Italia è già vietata); divieto di accattonaggio con cuccioli di età inferiore a sei mesi; l’uso di petardi e fuochi d’artificio fuori dai casi derogati, vedi la festa patronale, potrà essere sanzionato come «comportamento lesivo» verso gli animali oltre che come disturbo della quiete pubblica (già previsto).

Significativa la modifica dell’articolo 15: gli animali domestici - cani, gatti, volatili - potranno seguire gli anziani nelle case di riposo. Dove di preciso? Nella stanza del ricoverato o nel cortile. «Oggi molti anziani devono separarsi dai loro amici più fidati», ricorda Giuseppe Portolese, dirigente dell’assessorato. Gli animali, in vendita o di proprietà, dovranno essere ospitati in spazi adeguati (articoli 16 e 41): la capienza minima per un pesce è fissata in 5-10 litri più altri 5 per ogni esemplare aggiuntivo, archiviate le tradizionali bocce in vetro; la dimensione minima della gabbia per i volatili sarà pari a otto volte l’apertura alare della specie interessata.Vietata l’esposizione di animali vivi in vetrina. Il certificato medico delle specie vendute andrà consegnato all’atto dell’acquisto (stop ai documenti preconfezionati che certificano uno stato di salute non sempre aggiornato). E ancora: la lunghezza della catena per i cani dovrà superare due volte l’altezza del filo aereo garantendo libertà di movimento, 15 metri quadrati le misure minime del recinto per ogni cane (articolo 20). L’ultima novità riguarda l’articolo 23. Cani e gatti potranno entrare negli uffici pubblici: eventuali divieti, oggi a discrezione dei dirigenti responsabili, andranno motivati e comunicati al Comune.
Buone notizie per i nostri amici di sempre.
di Alessandro Mondo da La Zampa.it