sabato 30 ottobre 2010

Il 20% delle specie è a rischio

di Luigi Bignami *
Colpa della perdita di habitat

L'allarme lanciato durante il summit dell'Onu sulla biodiversità in Giappone: un quinto degli animali e delle piante è minacciato di estinzione dalle attività umane. Ma i dati dimostrano che le politiche di conservazione possono dare frutti
Un quinto delle specie animali e vegetali del nostro pianeta è direttamente minacciato dall'estinzione. E' questo il risultato dell'ultimo rapporto sullo stato di salute dell'ambiente terrestre mostrato durante il summit delle Nazioni Unite sulla biodiversità che si sta tenendo in Giappone. Il dato è ancor più preoccupante perché la situazione risulta in peggioramento rispetto agli anni scorsi.

Il rapporto mostra come gli animali a maggior rischio siano gli anfibi, dei quali risulta minacciato il 41% delle specie, mentre gli uccelli sono tra i meno in pericolo con solo il 13% delle specie. Le aree dove la sopravvivenza degli animali è più a rischio si trovano nel sudest asiatico: qui la perdita di habitat, soprattutto dovuto al taglio delle foreste per far spazio all'agricoltura, soprattutto per i biocarburanti, raggiunge i massimi livelli.

Anche il mondo vegetale sta soffrendo: Stephen Hopper, Direttore del Royal Botanic Gardens Kew, ha attirato l'attenzione su un recente studio sulle piante, coordinato dal Kew e dall'Iucn (Union for the Conservation of Nature), secondo il quale oltre un quinto di tutte le specie vegetali sono minacciate. La maggioranza delle piante in pericolo si trovano nelle regioni tropicali. Anche in questo caso il pericolo peggiore è la perdita di habitat causata dall'uomo. "Circa il 29% delle conifere, che sono presenti in tutto il mondo, in quasi tutti tipi di foreste, sono di fronte all'estinzione. E altre specie in pericolo sono considerate fondamentali per un ambiente, al punto che senza di esse l'intero ecosistema potrebbe crollare su se stesso, causando l'estinzione di altre specie", ha spiegato il ricercatore.

"Si sta erodendo quella che è la spina dorsale della biodiversità", ha detto Edward Wilson della Harvard University, tra i più importanti ecologisti al mondo, che ha continuato: "Un piccolo passo in su della Lista Rossa (la Lista Rossa è l'elenco delle specie in pericolo di estinzione), è un grande passo verso l'estinzione totale. E quel che conosciamo è, in realtà, solo una piccola finestra sulle perdite globali del pianeta".

Qualche speranza tuttavia, che non tutto sta precipitando verso il baratro esiste. I ricercatori, che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Science, affermano infatti che esistono le prove che i progetti che sono stati realizzati per la conservazione dell'ambiente hanno per la maggior parte avuto un impatto positivo a livello mondiale. "Quando gli sforzi sono realmente concentrati per risolvere un problema i risultati non tardano ad arrivare. In molte isole ad esempio, gli uccelli sono in ripresa, proprio perché sono stati oggetto di conservazione", ha detto Simon Stuart, Presidente della Species Survival Commission per la Iucn. Altre specie sono state protette in cattività prima di ridare loro la libertà. Esempi sono il condor della California, il furetto dai piedi neri degli Stati Uniti e il cavallo di Przewalski in Mongolia. Anche il divieto di caccia ha avuto effetti molto benefici. E' il caso delle balene la cui popolazione è crescuita così rapidamente che oggi le megattere sono state escluse dalla Lista Rossa.

Per la presidente di Nature Serve, Mary Klein, questi dati provano che quando si conducono lavori con finalità precise e con finanziamenti sufficient, la conservazione delle specie minacciate e dei loro habitat può essere efficace. Noi sappiamo che si può ancora salvaguardare la biodiversità, è sufficiente raddoppiare gli sforzi".
Wwf e Lipu hanno chiesto che l'Italia si faccia promotrice di un accordo internazionale per la conservazione della natura e della biodiversità a livello mondiale. Quanto non si è riusciti a realizzare entro il 2010 si dovrebbe ottenere entro il 2020: far sì cioè che ciascun Paese preservi il 20% del proprio territorio con aree protette.

* da La Repubblica 27 ottobre ( nella foto: Il manifesto del meeting Onu sulla biodiversità)

martedì 26 ottobre 2010

La Coop libera le galline


La Coop ha deciso che da ottobre la sua catena di supermercati non venderà più le uova di galline allevate in gabbia ma soltanto quelle allevate a terra o biologiche. (leggi)

La notizia ha messo in agitazione gli avicoltori che hanno risposto che è il consumatore che deve decidere quale merce comprare. Naturalmente facendo finta di non sapere la difficoltà di comprendere cosa significano le varie diciture sulle confezioni, per altro quasi sempre microscopiche.


Le galline tenute al chiuso e soprattutto in “batteria” sono costrette a vivere in gabbie piccolissime, spesso con il becco tagliato, praticamente spennate, costrette a mangiare calcio in eccesso per indurire i gusci. Per le galline “allevate a terra”, ma al chiuso la differenza è minima. Resta la condizione innaturale, ammassati in capannoni con luce artificiale giorno e notte per aumentare la produzione, solo con un po’ più di mobilità. La gestione degli allevamenti all’aperto è il vero salto di qualità con la possibilità di razzolare in relativa libertà specie se venisse consentita anche la sopravvivenza dei pulcini maschi.

Naturalmente per vegetariani o vegani si tratta di un cambiamento minimo, in quanto le galline continueranno ad essere sfruttate nei capannoni industriali, e resterà comunque la dicitura “allevate a terra”. Si tratta comunque di un piccolissimo passo nella direzione giusta, che spinge i consumatori ad una riflessione più generale sul tema della sofferenza animale.

martedì 19 ottobre 2010

E'uscito Pelo &Contropelo n.2


E' uscito il numero 2 di PELO & CONTROPELO !


http://www.lacincia.it/docs/pelo_contropelo_20101002.pdf

Se vi piace potete aiutarci a divulgarlo inoltrando questa stringa, indicata sopra, ai vostri amici e
conoscenti!

Sono anche disponibili 2500 copie. Se volete dare una
mano nella distribuzione portando alcune copie in negozi, locali ed
associazioni (in Torino e comuni limitrofi) che frequentate
abitualmente potete inviare una mail a
info.peloecontropelo@gmail.com

vi porteremo le copie!

http://www.lacincia.it/docs/pelo_contropelo_20101002.pdf



lunedì 11 ottobre 2010

Settimana vegetariana mondiale


Dall'1 al 7 ottobre si celebra la Settimana Vegetariana Mondiale, sostenuta da gruppi vegetariani/vegan, animalisti, ambientalisti di tutto il mondo, con lo scopo di spiegare al pubblico che con un'alimentazione a base vegetale si possono ridurre i problemi che un'alimentazione ricca di carne, latte e altri prodotti animali causa alla salute, all'ambiente, agli animali e alla società in generale.

"E' stata scelta questa data perché la settimana dall'1 al 7 include varie ricorrenze associate alla scelta vegetariana" ha dichiarato l'organizzatore, Mateus Mendes, "tra cui la Giornata Vegetariana Mondiale il primo ottobre, la Giornata Internazionale per gli Animali d'Allevamento e la Giornata della Non-Violenza il 2 ottobre, e la Giornata Internazionale per gli Animali il 4 ottobre, coincidente con il giorno di San Francesco".

Lo scopo dell'iniziativa è mostrare a tutti questo modo facile ed efficace per migliorare la propria salute e quella dell'ambiente. La scelta vegetariana viene compiuta da un numero sempre maggiore di persone, dato che comporta così tanti vantaggi.

"Niente di quel che gli esseri umani possono fare in prima persona per diminuire il proprio impatto sull'ambiente è più efficace di una drastica diminuzione del consumo di carne. Se applicato da molte persone, l'impatto di un tale cambiamento sulla produzione di gas serra sarebbe fenomenale, sarebbe un enorme passo avanti per ridurre la minaccia del riscaldamento globale" ha dichiarato lo scrittore famoso in tutto il mondo John Robbins, tra i sostenitori della Settimana Vegetariana.

Altri sostenitori dell'iniziativa sono personalità da tutto il mondo: il dott. Rajendra Pachauri, direttore dell'IPCC, il Panel Intergoventivo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, il dott. Jean Ziegler, vice presidente del Comitato Consultivo dell'ONU per i diritti umani, il prof. Douglas Hofstadter, professore universitario di Scienze Cognitive negli USA, i filosofi e autori Florence Burgat e Helmut F. Kaplan, rispettivamente dalla Francia e dalla Germania, la scrittrice olandese Lisette Kreischer, ma anche artisti come Michèle Scharapan (Francia), Maria Daines (Regno Unito) e Romana (Portogallo).

"La necessità di spostare i consumi globali verso alimenti vegetali" dichiarano gli organizzatori italiani "è ormai imperativa quando si considera l'impatto sull'ambiente sulla fame nel mondo delle produzioni animali. Il nuovo report dell'UNEP (Programma per l'Ambiente delle Nazioni Unite), uscito il 2 giugno 2010 e intitolato 'Calcolo degli impatti ambientali dei consumi e della produzione', è uno degli ultimi dossier, in ordine di tempo, che evidenzia senza ombra di dubbio come il consumo di alimenti animali - carne, pesce, latticini, uova - sia una delle cause primarie di impatto ambientale, inquinamento, effetto serra e spreco di risorse."

Nelle conclusioni del report si afferma infatti: "Si prevede che gli impatti dell'agricoltura aumentino in modo sostanziale a causa dell'aumento di popolazione e del conseguente aumento del consumo di alimenti animali. Una marcata riduzione di questo impatto sarà possibile solamente attraverso un drastico cambiamento dell'alimentazione globale, scegliendo di non usare prodotti animali".

www.vegetarianweek.org www.VegFacile.info www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1011

( info da: animalistanata-Jlenia (TO) : animalistanata@libero.it )

L’orso e i 17 condannati

L’orso che va alla deriva intrappolato su una piccola zattera di ghiaccio è un’immagine evocativa, serve a dare l’idea dell’impatto del global warming sugli ambienti estremi. Ma uno studio del Centro americano per la biodiversità entra con più esattezza nel merito precisando che a rischiare l’estinzione non è solo l’orso polare ma altre 17 specie tra cui la volpe artica, il tricheco del Pacifico, quattro specie di foche, quattro specie di balene, una specie di molluschi gasteropodi e tre specie di uccelli marini.

L’Artico si sta scaldando a una velocità doppia rispetto al già notevole aumento medio della temperatura. Se continueremo allegramente a bruciare petrolio e carbone – ricorda il rapporto – entro la fine del secolo ci saranno fra i 3 e i 5 gradi in più sulla terraferma e fino a 7 gradi in più negli oceani. Nel settembre del 2007 la calotta artica si è già ridotta di un milione di miglia quadrate al di sotto della media del periodo 1979 – 2000. E’ un danno che le previsioni dei climatologi avevano collocato nel 2050: invece è già alle nostre spalle e entro il 2030 ci si aspetta un’estate completamente priva di ghiacci al Polo Nord.

Il disastro coinvolgerà la Groenlandia: la fusione dei suoi ghiacciai comporterebbe una crescita di 7 metri del livello dei mari. E’ una prospettiva che può ancora essere evitata. A patto che si cambi subito il modello energetico per cercare di avvicinarsi il più possibile al livello di sicurezza: 350 parti per milione di anidride carbonica in atmosfera. Dobbiamo scendere rispetto alla concentrazione attuale. Purtroppo continuiamo a salire sempre più velocemente.

(dal blog ECO-LOGICA di Antonio Cianciullo )

sabato 9 ottobre 2010

Biodiversità ( e parchi ) senza soldi


Biodiversità: Lipu: bene l’approvazione della strategia

ma ora garantire i fondi e ripristinare risorse ai parchi

“L’approvazione della Strategia potrebbe rappresentare un primo passo in avanti, ma occorre garantire i fondi e rimediare al gravissimo taglio effettuato quest’anno a danno dei parchi nazionali”.

Lo afferma il vicepresidente LIPU-BirdLife Fulvio Mamone Capria commentando l’approvazione della Strategia nazionale per la biodiversità da parte della Conferenza Stato-Regioni.

“L’approvazione della strategia è un fatto positivo ma manca l’investimento economico che la renda attuabile – prosegue – Il 2010 è stato un anno terribile per la biodiversità in Italia, con il Governo che ha operato pesantissimi tagli alle risorse riservate ai parchi nazionali. Chiediamo che queste contraddizioni stridenti vengano risolte al più presto con impegni precisi”.

8 ottobre 2010

2011, l’anno del pipistrello


INIZIATIVA DELL'ONU PER LA CONSERVAZIONE DELLE SPECIE MIGRATORIE

Falsi miti e pregiudizi su una delle specie più perseguitate del pianeta

L’anno prossimo per l’Onu sarà l’Anno del pipistrello, di fatto uno dei mammiferi più perseguitati del Pianeta, per via di falsi miti. In realtà i pipistrelli sono innocui, non si attaccano ai capelli e non portano malattie: grandi killer di insetti, svolgono un ruolo chiave per l’agricoltura, che ogni anno grazie a questi animali risparmia milioni di dollari.

Nelle foreste tropicali invece, da loro dipende la dispersione dei semi e l’impollinazione della frutta. Via quindi alla promozione di progetti di tutela, ricerca e campagne di informazione, organizzate dalla Convenzione Onu per la conservazione delle specie migratorie degli animali selvatici (Cms) e dall’Accordo per la conservazione delle popolazioni dei pipistrelli europei (Eurobats), puntando i riflettori sulle 1.100 specie di pipistrelli esistenti al mondo, di cui circa la metà a rischio estinzione, e non solo sulle tre che si nutrono del sangue di animali domestici. «Paragonati ad animali come le tigri o gli elefanti - afferma Andreas Streit, segretario esecutivo di Eurobat - i pipistrelli ricevono una attenzione positiva molto piccola. Invece sono mammiferi affascinanti e giocano un ruolo indispensabile nella conservazione del nostro ambiente».

C’è anche chi ha colto un valore «turistico» di queste specie. Come ad Austin, in Texas, dove il volo di milioni di pipistrelli messicani rappresentano una delle più spettacolari attrazioni turistiche, nel periodo fra metà marzo fino a novembre, portando milioni di dollari di profitti.
«Quando migrano - spiega Elizabeth Mrema, segretario esecutivo Cms - i pipistrelli possono viaggiare fino a 4mila chilometri in un anno. La più grande migrazione in Africa coinvolge 8 milioni di pipistrelli della frutta, che volano in Zambia attraverso il continente ogni anno. Si tratta di uno spettacolo incredibile che gli scienziati stanno ancora studiando».

A parte aree come Artico e Antartico e poche regioni isolate oceaniche, i pipistrelli si trovano ovunque sul Pianeta. Avendolo abitato la Terra per gli ultimi 50 milioni di anni, oggi costituiscono quasi un quarto della popolazione mondiale dei mammiferi. Esistono oltre 1.100 specie documentate, ma continuano ad esserci scoperte in paesi come il Madagascar o la Gran Bretagna, Filippine e isole Comore. Nonostante le cifre, si tratta di animali che negli ultimi decenni hanno registrato un calo allarmante delle popolazioni.

L’Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) ha classificato minacciate o a rischio oltre la metà delle specie di pipistrelli. I pericoli per la loro sopravvivenza sono la perdita e la distruzione degli habitat, il disturbo da parte degli esseri umani nei siti di ibernazione, la crescente urbanizzazione, i pesticidi che li intossicano in quanto predatori e malattie come la «sindrome del naso bianco», che ucciso milioni di animali in Usa dal 2006.

Di qui la necessità di protezione, per non perdere alcuni «servizi» fondamentali, poco conosciuti ma essenziali a livello ecologico. «Diversi pipistrelli - spiega Merlin Tuttle, ambasciatore Onu per l’Anno del pipistrello - sono i predatori primari degli insetti notturni, inclusi quelli che costano miliardi di dollari agli agricoltori in perdite annuali. Quando queste popolazioni di pipistrelli calano, richiedono un aumento pericoloso dell’uso dei pesticidi e si verifica un rialzo dei costi per colture essenziali come riso, mais e cotone».

da lazampa.it 4 ottobre 2010

venerdì 8 ottobre 2010

Manifestazione contro la direttiva europea sulla vivisezione


Palermo - sabato 9 ottobre , ore 16 - 19 Piazza Politeama

La vivisezione deve cessare!!


No alla sperimentazione!!!contro ogni forma di tortura legalizzata. contro chi continua a sostenere ed approvare la violenza a danno di innocenti.
nessun compromesso, la viviseziona deve essere abolita!

"Il Comitato 4 Settembre", comitato spontaneo, è nato il giorno della manifestazione alla Marinella, manifestazione in memoria del piccolo Gaetano. Il comitato non ha e non vuole avere portavoce, il comitato è nato dal basso, sarà presente il giorno 9 ottobre. Nessun partito politico potrà intestarsi questa manifestazione. Non ...saranno tollerate bandiere di partito o comizi. Chiunque è il benvenuto se aderisce a livello personale e non come uomo di partito.

"Comitato 4 Settembre" SIT-IN / CORTEI ANIMALISTI A PALERMO


giovedì 7 ottobre 2010

Cani mutilati, vergogna il sì italiano


di Oscar Grazioli

L’emendamento presentato dal governo da un lato prevede pene pesanti per i trafficanti di cuccioli, ma dall’altro legalizza una delle pratiche più odiose contro i nostri amici a quattro zampe: amputazioni di coda e orecchie per ragioni estetiche

Ho tagliato non so quante paia di orecchie a Dobermann, Alani, Boxer e compagnia bella. Trenta e più anni fa un Dobermann con le orecchie intere e pendule aveva lo sguardo di un «coglione», mentre due belle orecchie a fiamma ne evidenziavano la sinistra fama che gli apparteneva. Il povero cucciolo si svegliava dall'intervento con un male boia perché l'analgesia era un vezzo, anzi più il cane sentiva dolore più stava fermo, almeno così ci insegnavano diversi docenti di mamma università. Roba che oggi farebbe inorridire il più sprovveduto degli anestesisti veterinari.

D'altronde trent'anni fa i cacciatori in Italia erano ancora oltre due milioni e non mezzo milione come oggi (però comandavano tanto allora quanto adesso), trent'anni fa entrava in funzione la centrale termonucleare di Caorso, trent'anni fa se chiamavo una persona al telefono e le dicevo «buongiorno, sono del Wwf», la risposta era «guardi che io non ho chiamato i pompieri». Negli ultimi vent'anni, un po' a pezzi e molto a bocconi, anche il nostro paese ha cominciato a capire che una legislazione più attenta al benessere animale, concorreva a renderlo un tantino più civile, almeno fino a quando non ci si mette di mezzo il parlamento di un'Europa allargata forse troppo presto.

Ne è un recente esempio la vergognosa legge sulla vivisezione che la mia conterranea Aquila di Ligonchio (Iva Zanicchi) ha votato favorevolmente, perché non sapeva bene di cosa si trattasse.
Per essere sinceri non è che i governi (tutti), i partiti (tutti o quasi), deputati e senatori (la stragrande maggioranza) abbiano fatto a pugni per introdurre norme favorevoli ai diritti animali, però, sotto la spinta di una coscienza collettiva che cambiava rapidamente, erano costretti a risvegliarsi talvolta dal torpore di una carriera dominata da inciuci, ribaltoni, ribaltini, porcelli e predellini. Così, nel tempo, sono arrivate norme più severe sul maltrattamento degli animali, fino al recente codice della strada che giudica reato l'omissione di soccorso a un animale.

Così il legislatore aveva deciso che il taglio di orecchie, corde vocali, denti, e altre estremità, non a fini terapeutici, costituisse un reato da sanzionare pesantemente. Ma la schizofrenia di cui è malata l'Italia, ha prevalso ancora. E così, nel recepire un trattato europeo sul benessere animale, da una parte si sono inasprite le sanzioni per i trafficanti di cuccioli dall'est Europa, piaga sociale che assieme al randagismo ci pone sempre sul podio ad ascoltare l'inno nazionale, dall'altra il Senato ha colto l'occasione per soddisfare le solite lobby. Ha votato un emendamento, proposto dal governo, che cancella le sanzioni a chi asporta le unghie ai gatti, taglia le corde vocali ai cani e amputa padiglioni auricolari «schifosamente» penduli. Il senatore Mazzatorta, leghista, afferma che «bisognava mantenere un equilibrio tra gli animalisti da una parte e allevatori, cacciatori e veterinari dall'altra, danneggiati nei loro interessi». Faccio notare al relatore che, per la quasi totalità dei veterinari, tagliare orecchie ai cani o asportare unghie ai gatti è un crimine vergognoso e questo «mancato guadagno» gli rende le notti più dolci, tra i guanciali. Ora si torna alla Camera e sono sicuro di parlare a nome dei veterinari italiani, sperando che ai «tagliatori» tocchi tornare a S. Marino o in Slovenia, per le loro sporche pratiche.

da www.ilgiornale.it 6 ottobre 2010

venerdì 1 ottobre 2010

25 settembre: manifestazioni in Europa contro la legge sulla vivisezione animale

Manifestazioni a Roma (10.000 persone ), a Parigi, molte migliaia in altre città (tra quelle italiane: Milano, Cagliari, Torino, Catania, Napoli) hanno chiesto la definitiva abolizione della sperimentazione animale, metodo che abbina alla crudeltà e un’assoluta inaffidabilità nei risultati, come ora i più importanti organismi scientifici hanno riconosciuto


Parigi


Roma