di Lorenzo
Brenna *
Il Parlamento europeo ha deciso di
eliminare i fondi destinati agli allevamenti di tori per la corrida.
Purghe e droghe, colpi sui reni con sacchi di sabbia, limatura delle corna
per amplificarne la sensibilità al dolore, trementina sulle zampe, vasellina
negli occhi e sulle mucose del naso, spilli infilzati nei testicoli. Queste
sono solo alcune delle torture cui vengono sottoposti i tori prima di
entrare nell’arena per partecipare a quello che viene definito uno “spettacolo
folkloristico e di interesse culturale”, la corrida. Fino ad oggi queste
torture, inflitte ad animali erbivori dall’indole gentile e mansueta, venivano finanziate
con i contributi dei cittadini europei. Ogni anno infatti la Comunità
Europea, nell’ambito delle politiche agricole, stanziava ben 129,6 milioni di
euro per finanziare gli allevamenti di tori da corrida in Spagna, Francia e
Portogallo.
Mercoledì 28 ottobre, finalmente, è arrivata la svolta. Con 438 voti a
favore e 199 contrari, il Parlamento europeo ha
approvato un emendamento che cancella i sussidi per gli allevatori di
tori da combattimento. La decisione è arrivata dopo anni di proteste, nel 2013
l’associazione Animalisti Italiani Onlus aveva presentato
una campagna contro le corride e lo spreco di denaro pubblico europeo,
evidenziando come fondi che dovrebbero andare al sostegno dell’agricoltura,
contribuiscono alla tortura ed uccisione di almeno 40mila tori l’anno. Lo scorso
anno un simile emendamento era stato bocciato a causa della mancanza del
quorum necessario, i 58 parlamentari astenuti hanno permesso l’approvazione dei
finanziamenti. Nonostante l’interruzione dei finanziamenti lo stato spagnolo
continua a rivendicare il valore culturale tradizionale della corrida. È dunque
probabile che sopperirà alla mancanza dei fondi europei con propri
stanziamenti. I numeri però indicano l’inesorabile declino di questa
barbarie, il 72 per cento degli spagnoli sarebbe infatti favorevole all’abolizione
delle corride, “spettacoli” che si reggono ormai esclusivamente sui turisti.
La strada è ancora lunga, escluse le corride sono numerose e radicate le
sagre in tutta Europa che prevedono lo sfruttamento di varie specie animali, ma
il cambiamento è in atto e un giorno non avremo più bisogno di infliggere
dolore e morte per divertirci.
* da www.lifegate.it - 29 ottobre 2015