sabato 23 febbraio 2013

Green Hill, l’azienda rinuncia al ricorso: liberi per sempre 2500 cani beagle



Lo ha reso noto la Lega Antivivisezione che ora chiede ''il processo per punire i responsabili e chiudere l'allevamento della morte'' che ospitava i cuccioli destinati alla sperimentazione animale





Nel futuro dei 2500 beagle di Green Hill ci saranno solo le morbide cucce delle loro famiglie affidatarie. L’azienda Green Hill di Montichiari, infatti, ha rinunciato al ricorso in Corte di Cassazione contro il sequestro probatorio disposto dalla magistratura bresciana. Lo ha reso noto la Lav (Lega Antivivisezione) che ora chiede ”il processo per punire i responsabili e chiudere l’allevamento della morte” che ospitava cani beagle destinati alla sperimentazione animale. ”Siamo felici – spiega l’associazione animalista – Questa nuova tappa della vicenda giudiziaria conferma la validità del sequestro probatorio dei beagle di Green Hill disposto dalla Procura della Repubblica di Brescia. Ora si faccia il processo per punire i responsabili e chiudere definitivamente l’allevamento della morte”. Secondo la Lav, ”questa ritirata fa supporre che ad una nuova valutazione del caso, la ditta abbia finalmente capito che non aveva alcuna possibilità di vincere e fa ben sperare per il buon esito della vicenda giudiziaria”. 


Gli oltre 2.600 beagle sequestrati nel luglio scorso a Montichiari (Brescia) e affidati a famiglie sotto custodia giudiziaria possono quindi continuare a dormire sonni tranquilli. Una vicenda, quella di Montichiari che ha avuto il suo apice il 28 aprile 2012, quando durante il pomeriggio circa un migliaio di manifestanti ha sfondato le recinzioni dello stabilimento bresciano  ”liberando” una cinquantina di cuccioli e fattrici dell’allevamento, tenuti in gabbia e pronti per essere venduti ai laboratori di sperimentazione animale. 
Il 28 aprile, 13 manifestanti sono stati comunque arrestati in flagranza di reato. Il loro iter giudiziario è ancora in corso. L’udienza preliminare per gli attivisti si sarebbe dovuta tenere proprio il 19 febbraio, ma per un vizio di forma (errata comunicazione a tutti gli imputati) verranno disposte nuove notifiche e verrà fissata una nuova udienza.

Il 18 luglio 2012 il corpo forestale dello Stato aveva eseguito il sequestro della Marshall di Montichiari. Alle operazioni di ispezione e sequestro della struttura, disposte dal pm Cassani della Repubblica di Brescia, avevano partecipato circa 30 forestali appartenenti ai Comandi provinciali di Brescia, Bergamo e al Nucleo Investigativo per i Reati in danno agli Animali (Nirda), assieme al personale della Questura di Brescia. Pochi giorni dopo sono iniziate le operazioni di affido coordinate da Legambiente e Lav che hanno permesso di adottare tutti gli oltre 2500 beagle.


Il 3 agosto 2013 il tribunale del Riesame aveva dissequestrato l’azienda, ma mantenuto il vincolo sugli animali: per questo la Marshall era ricorsa in Cassazione. L’udienza prevista per giovedì 21 febbraio 2013 a Roma ora sarà quindi solo una formalità. Non più di tre giorni fa, infine, proprio davanti ai cancelli di Green Hill si è svolta una fiaccolata di protesta con oltre 2000 partecipanti, per la maggior parte proprietari dei beagle in affido, che hanno ricordato a gran voce che “i loro cani non sarebbero mai più rientrati nel lager di Montichiari”. E come in una favola Disney, l’happy end è arrivato.


*  da ilfattoquotidiano.it , 19 febbraio 2013

mercoledì 13 febbraio 2013

Stagione venatoria, bilancio drammatico



 per i rapaci: quasi 100 gli esemplari abbattuti  *

La stagione venatoria appena conclusa ha fatto registrare un bilancio tragico per i rapaci, specie protette dalla legge italiana e dalle Convenzioni internazionali: dal 1° settembre 2012, primo giorno di preapertura della caccia, al 31 gennaio 2013 (giorno di chiusura nella gran parte delle Regioni), sono 95 i rapaci che sono stati abbattuti a fucilate e ricoverati nei centri Lipu, appartenenti a rapaci diurni (aquila minore, biancone, falco palude, gheppio, lodolaio, poiana, sparviere, falco pellegrino falco pecchiaiolo, smeriglio) e notturni (allocco, gufo comune, gufo di palude e civetta). 43 rapaci sono deceduti, 36 sono attualmente in cura mentre 9 sono già stati liberati. 

L'ultimo episodio, informano dalla Lipu, si è verificato proprio a poche ore dalla chiusura della stagione venatoria, il 31 gennaio. Un giovane astore è stato infatti trovato ferito  da un agricoltore nel piccolo comune di Ottobiano (Pavia), in Lomellina, consegnato alle guardie provinciali di Pavia e infine ricoverato d'urgenza al Centro recupero fauna selvatica della Lipu a Pontevecchio di Magenta (MI).
L'animale, sottoposto a una radiografia, riportava gravi fratture a entrambe le ali, provocate da numerosi pallini e ora il destino del rapace, appartenente ad una specie definita rara a livello nazionale, appare molto incerto.

«Questo ultimo inquietante episodio e i dati finali dei rapaci impallinati nei nostri centri, confermano l'urgenza di un Piano nazionale antibracconaggio che attribuisca maggiori fondi alle forze dell'ordine, in primis il Corpo forestale dello Stato, e l'avvio di una seria modifica alla 157/92 che preveda, almeno raddoppiandole, le sanzioni sostanziali ai bracconieri- ha dichiarato Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu - Lo abbiamo chiesto nelle nostre proposte ai candidati premier e lo ribadiamo oggi, di fronte a questo ennesimo e sciagurato sfregio alla natura. Ma serve anche, finalmente, un intervento a sostegno dei centri recupero, che operano con abnegazione ma con pochissime risorse e insufficiente supporto da parte delle amministrazioni. Solleciteremo il nuovo Parlamento ad intervenire senza tentennamenti sull'uno e l'altro fronte», ha concluso il presidente Lipu.

* da greenreport.it,  6 febbraio 2013