mercoledì 21 ottobre 2009

Angeli dei randagi salvano 400 gatti

Un'insegnate e una psicologa salvano i mici di un quartiere torinese
TORINO * Un’antica stazione ferroviaria, vecchi treni, binari morti. È stato lì, tra i convogli e i capannoni della Torino-Ceres di corso Giulio Cesare, che decine di gatti randagi hanno trovato rifugio. E tra quei binari è partita l’avventura delle Sfigatte, nella primavera del 2007: due amiche unite da una passione sconfinata per gli animali che hanno iniziato a prendersi cura della colonia e da allora sono diventate gli angeli dei randagi di Torino. Una passione che assorbe ormai quasi tutta la vita di Miriam, 32 anni, e di Laura, 40 anni. La prima è psicologa, Laura invece è un’insegnante di musica. Da allora, tutti i giorni, si prendono cura di quei gatti. Ma non chiamatele «gattare»: la persona che lascia la ciotola di latte, spiegano, benché piena di buone intenzioni, può diventare un problema sia per gli animali sia per l’ambiente in cui vivono. Se, infatti, non ci si attiva anche con le sterilizzazioni per limitare le nascite dei randagi, la colonia continua a crescere in situazioni di igienico-sanitarie intollerabili, tra sporcizia, degrado e l’insorgere di malattie. Laura e Miriam si conoscono da anni perché entrambe animaliste, attive in varie associazioni. Ma è stato con la cura della colonia della Torino-Ceres che è nata una vera amicizia, fortificata dall’impegno senza tregua. «La situazione era tragica - ricorda Miriam - abbiamo fatto girare una mail per denunciarla, con tanto di reportage fotografico. La risposta è stata grandiosa: ci hanno inviato cibo e soldi per aiutarci nel nostro impegno». Che da lì è continuato alla ricerca di gatti e cani randagi da aiutare in tutta la città.


Laura e Miriam sono diventate le Sfigatte, nome ironico diventato anche il titolo della canzone del gruppo Lasero Planeta che le due «eroine metropolitane», contenuta in un cd in vendita sul sito www.myspace.com/lesfigatte: tutto il ricavato va esclusivamente per la cura degli animali. Perché Miriam e Laura non guadagnano null’altro che la soddisfazione di aver salvato dei cuccioli. Come Max, un micino dato per spacciato: scheletrico, con problemi ai reni, ma che ha trovato una padrona in Veneto, Giada. E ora è un gattone in salute e pieno di energie. Oppure Miele, un gatto a cui avevano sparato, pieno di pallini sotto pelle, curato e coccolato dalle Sfigatte. Laura e Miriam portano gli animali raccolti per strada dal veterinario, li fanno sterilizzare, poi inseriscono annunci sul sito per cercar loro una casa. Tutto pagato di tasca loro.Un’attività che prosegue al ritmo di 3-4 adozioni a settimana, e che da quando è iniziata, ha permesso di salvare circa 400 animali. Le adozioni vengono precedute da una visita preliminare, con tanto di questionario agli affidatari e a cui segue un periodo di preaffido. «I casi più commoventi - raccontano - sono quelli delle persone disposte a prendersi cura di un gatto adulto e magari già malato. Vuol dire affezionarsi a una bestia da cui presto ci si dovrà separare: è un atto d’amore». Così come lo è il loro impegno costante (Laura ha continuato ad andare alla colonia di corso Giulio Cesare fino al settimo mese di gravidanza, Miriam passa le notti al computer a inserire annunci), senza aiuti né dall’associazionismo né dalle istituzioni. «L’ideale per noi sarebbe avere a disposizione un gattile. E poi ci servono volontari e aiuti, bastano anche pochi euro».Per chi volesse aiutarle, si può fare un versamento intestato a Laura Bettella e Miriam Simonetti. Indicazioni per il versamento sul sito http://www.lesfigatte.org/

di Paolo Italiano La Stampa 21 ottobre

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