martedì 15 novembre 2011

5 milioni di vegetariani in Italia

Diversi i motivi di questa scelta.
Cresce l’esercito dei vegetariani italiani. Secondo l’ultimo rapporto Eurispes sono cinque milioni i connazionali che hanno scelto di eliminare dalla propria dieta carne e pesce e lo 0,4% di essi ha deciso di fare a meno anche di uova e latte abbracciando la dieta vegana.

Il dato è stato presentato nelle scorse settimane da Leonardo Pinelli, vicepresidente della Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana. Questa la situazione in Italia: a scegliere la dieta vegetariana sono soprattutto le donne (72,% contro 5,3% degli uomini) e tra le fila dei vegetariani si contano anche numerosi giovanissimi (il 13,5% ha un’età compresa tra i 18 e i 24 anni).
I perché di una scelta così radicale sono di diversa natura. Per quasi la metà dei vegetariani una dieta senza carne fa bene alla salute e non è una teoria senza fondamento. Sono sempre più numerose le ricerche scientifiche che confermano che consumare meno carne rossa a vantaggio di frutta e verdura possa ridurre il rischio di sviluppare alcune malattie.
Risale a pochi mesi fa uno studio della ong britannica World Cancer Research Fund che ha rivelato come la metà dei tumori all’intestino si potrebbe evitare semplicemente limitando a 500 grammi alla settimana il consumo di carne rossa. La ricerca ha riesaminato 24 studi condotti in materia e ha confermato che il 43% dei casi di tumore all’intestino sarebbero collegati direttamente ad una scorretta alimentazione.

Ma i motivi che spingono ad eliminare la carne non sono legati solo ai rischi per la salute. Un cospicuo 44% dei vegetariani ha scelto di fare a meno della carne soprattutto per un’ideologia animalista. E gli altri?
Accanto a queste due motivazioni cresce chi è convinto che mangiare meno carne si traduca in un minore inquinamento. Un’alimentazione che privilegia i prodotti offerti dalla natura sarebbe più ecosostenibile e avrebbe un minore impatto ambientale. Anche questa teoria trova largo consenso negli studi più recenti.
Uno studio pubblicato su World Watch magazine e firmato dagli studiosi nordamericani Robert Goodland e Jeff Anhang ha posto l’accento proprio sull’impatto ambientale degli allevamenti di bestiame: quasi la metà dei gas serra prodotti dall’uomo viene emessa dagli allevamenti industriali di bestiame per complessivi 32,6 miliardi di tonnellate di biossido di carbonio prodotti ogni anno.

Alle stesse conclusioni è giunto anche uno studio di Cristopher Weber dell’Università Carnegie Mellon dal quale è emerso che il trasposto del bestiame e dei prodotti incide sulle emissioni di gas serra solo per l’11%, mentre produzione agricola o industriale incidono per l’83%.
I dati sono il risultato di un’analisi che ha tenuto conto della produzione di gas serra a carico degli allevamenti, ma anche del metano prodotto dal metabolismo degli animali e dagli ossidi di azoto rilasciati dai fertilizzanti utilizzati per la produzione dei foraggi.

Un commento del dott. Alessio Franco Dietista, esperto in nutrizione applicata allo sport www.dietistionline.it

Anche in campo sportivo l’attenzione per una dieta vegetariana è in aumento. Sono sempre di più gli atleti, sia amatoriali che professionisti, che decidono di rinunciare a mangiare carne e pesce. Bisogna dire che, se per una persona con un normale stile di vita adattarsi a questo tipo di regime alimentare non è sempre cosa facile, per uno sportivo può in alcuni casi essere veramente complicato. Un atleta, infatti, ha un bisogno maggiore di fonti proteiche rispetto a chi ha una vita sedentaria, soprattutto in chi pratica sport di potenza, dove mantenere un’elevata massa muscolare potrebbe (perché non sempre è così) comportare un’elevata assunzione di carne.

Se è vero che anche i cereali, ed in particolare i legumi, apportano discrete quantità di proteine, queste ultime, essendo di origine vegetale, non sono ad alto valore biologico come quelle di origine animale e quindi mi si passi il termine 'meno buone' per il trofismo muscolare. Inoltre una carenza di vitamina B12, presente significativamente solo in cibi di origine animale, può portare ad anemie con gravi conseguenze per l’organismo.
Va detto, però, che se parliamo di vegetarianismo non escludiamo tutte le fonti di origine animale, infatti i vegetariani includono nella loro dieta sia latte che uova, entrambi con un’ottima presenza di proteine ad alto valore biologico. La maggior parte degli integratori proteici per sportivi è ricavata da proteine del latte (siero e caseina) e dall’uovo (albumina). Discorso a parte va fatto per i vegani, che non mangiano niente di origine animale: per loro seguire un regime alimentare adatto a praticare uno sport ad alto livello è veramente impresa ardua, specialmente se la loro disciplina richiede delle masse muscolari molto sviluppate.

( da paginemediche.it 14 novembre 2011)

1 commento:

  1. Per una maggior completezza di informazione sull'alimentazione vegana invitiamo a leggere l'articolo "alimentazione e sport di resistenza" di M.Robba sul penultimo numero di Pelo & Contropelo scaricabile qui: www.lacincia.it/docs/pelo_contropelo_20110705.pdf
    La redazione di P&C

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