martedì 24 maggio 2011

L’ALLEVAMENTO DI BEAGLE “GREEN HILL”


Un’amara realtà tra le dolci colline di Montichiari

di Marinella Robba *

MONTICHIARI (Brescia) - Proprio non se lo aspettavano i cittadini di Montichiari di vedere sfilare una moltitudine di persone per le strade della loro città. Per ben due volte i riflettori si sono accesi su questa tranquilla cittadina del bresciano. Il 24 aprile scorso, infatti, migliaia di persone provenienti da tutta Italia si sono date appuntamento in piazza del Municipio e hanno manifestato per le vie della città. E la protesta è stata replicata il 22 maggio con un presidio davanti ai cancelli di Green Hill 2001 s.r.l.: uno dei più grandi allevamenti d’Europa di cani beagle da laboratorio. Persone di tutte le età, associazioni, famiglie, gruppi di amici, tutti insieme pacificamente per dire no a Green Hill e alla vivisezione. Sicuramente dopo che l’allevamento di beagle Morini di San Polo d’Enza (Reggio Emilia) ha chiuso i battenti in seguito alle tenaci proteste dei movimenti animalisti, Green Hill ha visto aumentare in proprio giro d’affari. Al punto da chiedere al Comune di Montichiari l’autorizzazione per la costruzione di nuove strutture. Autorizzazione che è stata negata per motivi connessi al vincolo ambientale. “L’amministrazione comunale si è dimostrata all’avanguardia – afferma Jlenia Volpedo, attivista animalista di Ivrea che gestisce una casa-famiglia per il recupero di animali provenienti dai laboratori di vivisezione – sia perché vietando l’ampliamento dell’allevamento ha dimostrato attenzione alla tutela dell’ambiente e sia perché ci ha permesso di manifestare per le strade della città. Proprio per questa ragione i movimenti animalisti hanno presentato una petizione per chiedere la chiusura dell’allevamento e la cessione a titolo gratuito dei cani ad associazioni di volontariato o, in alternativa, la sua conversione in allevamento di cani non destinati ai laboratori”.

I gruppi animalisti hanno, inoltre, organizzato altre azioni di protesta conseguendo importanti risultati come spiega Jlenia Volpedo: “grazie alle richieste inviate da tutta Italia gli aeroporti di Montichiari e di Verona hanno deciso di non imbarcare più animali destinati ai laboratori di vivisezione”. “Recentemente – continua Jlenia Volpedo - anche la compagnia aerea Lufthansa ha adottato una decisione di questo genere, ma limitando il divieto al trasporto di cani e gatti. La decisione adottata dagli aeroporti di Montichiari e di Verona è molto importante perché prescinde dalle compagnie aeree e dal genere di animale trasportato. Si tratta quindi di un divieto assoluto”.

A tutte queste azioni si aggiunge, inoltre, il presidio davanti all’ASL di Milano tenutosi il 10 giugno. I promotori di questa manifestazione ritengono che, indipendentemente dal fine a cui siano destinati i cani, Green Hill sia in tutto e per tutto un allevamento di cani. Pertanto, dovrebbe essere soggetto alle stesse regole di tutela degli animali d’affezione previste dalla legge regionale della Lombardia per tutti gli altri allevamenti. Norma che, secondo i gruppi animalisti, nella fattispecie verrebbe ampiamente disattesa.

Una cosa è certa: Green Hill è avvolta dal mistero. Sebbene sia attiva da alcuni anni, in pochi ne hanno sentito parlare. Praticamente è impossibile reperire informazioni sul numero di cani, sulle modalità di allevamento, sui laboratori a cui vengono inviati e sui finanziatori. Non esiste un sito, un indirizzo e-mail, un numero di fax.

Pochi sanno cosa accade all’interno degli allevamenti di animali destinati alla vivisezione, ma a tutti è chiaro che questi cani nella loro vita vedono solo gabbie e tavoli operatori. I beagle sono tristemente predestinati alla vivisezione, perché ritenuti particolarmente adatti per il loro carattere mansueto. Per questa ragione vengono fatti riprodurre, allevati e letteralmente spediti ai laboratori farmaceutici, universitari, privati e militari di tutto il mondo. In questi laboratori vengono sottoposti ad esperimenti di tossicologia, costretti ad inalare o ingerire sostanze fino agli spasmi e alla morte, ad operazioni dolorose e cruente, a fratture per studiarne la calcificazione ossea. Vengono usati, sezionati, uccisi e poi gettati via.

Sono ancora in pochi a conoscere questa terribile verità e tutto il giro di affari che ruota attorno alla vivisezione, allevamenti inclusi. Probabilmente i cittadini di Montichiari solo dal 24 aprile si sono resi conto di “ospitare” tra le dolci colline della loro terra una realtà tanto amara.

* tratto da Pelo&Contropelo n. 1/2010

Per scaricare gratuitamente il giornale: www.lacincia.it/docs/pelo_contropelo_20100701.pdf

LINK INTERESSANTI

Si può partecipare alle campagne contro l’allevamento Green Hill di Montichiari (BS) inviando la lettera di protesta pubblicata su: www.fermaregreenhill.net/wp/?p=536

Si può firmare la petizione contro Harlan, che possiede due allevamenti, uno a San Pietro al Natisone (UD) e l'altro a Correzzana (MI), oltre ad un laboratorio a Bresso (MI) al seguente link:

www.firmiamo.it/fermiamo-harlan--fermiamo-la-vivisezione-

E’ possibile visionare fotografie del destino dei cani di Green Hill al seguente link: www.shac.net/HLS/photos.html#photos/2008b.jpg

Per informazioni sulla campagna contro Green Hill si possono consultare i seguenti siti:

www.fermaregreenhill.net/wp/

www.youtube.com/watch?v=4AM_w5SmtjM

Per informazioni sulla vivisezione e sui metodi alternativi alla sperimentazione animale si possono consultare:

www.infolav.org/index.php?id=19 LAV (Lega Anti Vivisezione)

www.oipaitalia.com/vivisezione.html OIPA Italia Onlus (Organizzazione Internazionale Protezione Animali)

www.limav.org/vivisezione.html LIMAV (Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione)

Per conoscere le associazioni che finanziano la ricerca senza animali:

www.novivisezione.org/campagne/ricerca_di_base.htm

1 commento:

  1. Mi chiedo se la Signora Brambilla, recentemente attivatasi per ottenere la cessazione di questa barbarie, non avesse dovuto o potuto esercitare ben prima il suo potere istituzionale per ottenere lo scopo.Il mio è solo uno sfogo doloroso e non una censura della persona del Sig.Ministro, di cui riconosco la preparazione E sensibilità al di là del mio diverso orientamento politico, essendo un elettore di sinistra

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