domenica 17 luglio 2011

Agonia e avorio


Il titolo in inglese rende meglio: Agony and Ivory e lo pubblica Vanity Fair nella sua edizione Usa. L’avorio è quello degli elefanti e l’agonia è sempre quella degli elefanti trucidati a causa dei loro denti. Il dossier di 8 pagine è firmato da Alex Shoumatoff con le foto di Guillaume Bonn.

Shoumatoff ha viaggiato dal Kenya a Seattle (dove è stato messo a punto un sistema di tracciabilità con il DNA) al Guanzhou in Cina seguendo proprio la rotta dell’avorio clandestino e documentando le varie tappe di questo assurdo commercio. Ha conosciuto però anche chi lo combatte. Ha notato che il numero degli elefanti è in costante diminuzione e che rischiano seriamente la sopravvivenza.

Il racconto di Shoumatoff a tratti commuove e a tratti fa rabbia. Descrive con dovizia di particolari come i bracconieri dopo aver ammazzato gli elefanti con frecce avvelenate infieriscano a colpi di macete per sfilare loro le zanne e di come i turisti, noncuranti, acquistino peli, code, unghie appena tagliati dai pachidermi assassinati. Le carcasse sono poi abbandonate lungo il ciglio delle strade battute e piene di pozze di sangue invase da mosche.

Racconta Alex Shoumatoff:

C’è avorio in vendita proprio nei negozi turistici al centro commerciale delle Cascate Victoria. Una commessa ci mostra una zanna su cui c’è un bassorilievo di una coda di elefanti che costa 2.000 dollari. La zanna non ha i timbri del Parco. In un altro negozio una zanna più grande con lo stesso bassorilievo costa uguale. La commessa mi dice che è avorio proveniente da abbattimenti mirati.

Ma perché in Cina si acquista così tanto avorio? Innanzitutto il commercio è stato riaperto nel 2008 dopo 19 anni di fermo. Poi si acquista per tradizione e perché non si conoscono i metodi con cui l’avorio viene ottenuto. In molti pensano che le zanne cadano naturalmente agli elefanti e che poi ricrescano. Secondo un sondaggio è emerso che l’80% dei normali acquirenti rifiuterebbe di acquistare avorio se sapesse come gli elefanti sono stati uccisi. Per ora il CITES non sortisce effetto

Qui il video. Su www.ecoblog.it

scritto da camozzi su www.lapecoranera.splinder.com 8 luglio 2011

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