giovedì 20 gennaio 2011

La Puglia allunga la caccia


Gli ambientalisti a Vendola: «Dichiarata guerra agli animali selvatici»

Animalisti italiani, Enpa, Lac, Lav, Lipu, Vas, Vittime della caccia e Wwf hanno scritto aol Presidente della regione Puglia, Nichi Vendola, perché «intervenga immediatamente e faccia annullare le modifiche al calendario venatorio regionale per evitare la consumazione di un reato istituzionale: la intenzionale sottrazione indebita di patrimonio indisponile dello Stato».

Ieri, su proposta dell'Assessore alle risorse agroalimentari, agricoltura, alimentazione, riforma fondiaria, Caccia e pesca Dario Stefàno, la giunta regionale, in seduta straordinaria, ha autorizzato una modifica, ritenuta illegittima dagli ambientalisti, del calendario venatorio, che prolunga la stagione venatoria ai tordi e alla beccaccia fino al 30 gennaio. Per le 8 associazioni ambientaliste la modifica approvata è «Contro la legge nazionale ed il parere dell'autorità scientifica». E con la delibera «Si è consumato un atto clamorosamente illegittimo che corrisponde ad una sottrazione indebita di patrimonio dello Stato: permettere l'abbattimento di animali selvatici in periodo di massimo divieto di caccia, così come stabilito dalla direttiva Uccelli (articolo 7.4), dalla legge nazionale 157/1992 (art. 18, comma 1 bis) e dal parere tecnico, obbligatorio per legge, dell'Ispra, l'autorità scientifica nazionale».

La Lipu BirdLife Italia sottolinea che «Il gravissimo atto della Giunta regionale aveva avuto come premessa, pochi giorni prima, il voto favorevole del Comitato Venatorio regionale, che peraltro dichiarava apertamente di non aver chiesto il parere dell'ISPRA. Un parere che sarebbe stato senz'altro negativo, perché l'ISPRA si è già espresso con il documento ufficiale del luglio 2010 nel quale si chiarisce quali sono i tempi massimi di chiusura della caccia alle varie specie. Se il Comitato venatorio pugliese ha dunque consapevolmente ignorato le indicazioni dell'Ispra, la Giunta regionale è andata oltre, riunendosi in seduta straordinaria e accogliendo senza esitazioni la richiesta dello stesso Comitato venatorio regionale, modificando il calendario in modo da consentire la caccia a tordi e beccacce in periodo vietato dalla legge».

Per gli ambientalisti la responsabilità più pesante è quella di Stefàno «Che, pur consapevole degli obblighi regionali, non solo ha consentito l'operazione ma l'ha addirittura proposta e avallata, in un'operazione che denuncia tutta la subalternità di un certo mondo amministrativo nei confronti delle lobby venatorie. Siamo in sostanza di fronte ad un atto vergognoso, di una gravità estrema, che si prende gioco della legge, delle regole e delle istituzioni, ma che costituisce anche un danno oggettivo e irrimediabile a quel patrimonio indisponibile della collettività rappresentato dagli animali selvatici».

Le associazioni si rivolgono direttamente a Nichi Vendola chiedendogli «Di intervenire immediatamente per esercitare il potere di autotutela che gli compete per far annullare, senza perdere un solo istante, l'illegittima delibera della Giunta, per impedire la consumazione di quello che si configura come un vero e proprio reato istituzionalizzato, di cui le associazioni non mancheranno di chiedere i danni per la lesione dei propri interessi. In caso di inerzia le associazioni si rivolgeranno alle autorità giudiziarie competenti per fare accertare la responsabilità collegiale dell'organo che ha intenzionalmente approvato tale provvedimento, macroscopicamente illegittimo chiedendo al contempo misure cautelari urgenti idonee a preservare l'integrità del patrimonio indisponibile dello Stato, ed impedire così gli illeciti abbattimenti».

( da Greenreport.it )

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