giovedì 22 dicembre 2011

Decimato il branco di renne più grande al mondo

La denuncia di Survival: negli ultimi decenni gli esemplari ridotti del 92%

Colpa dei progretti industriali su larga scala

Proprio nei giorni in cui sono protagoniste, insieme a Babbo Natale, di molti racconti fatti ai bambini, dal Canada giungono pessime notizie per le renne. Il branco più grande del mondo si sta riducendo sempre più. Secondo gli indigeni che abitano la penisola del Labrador-Quebec, la colpa è da imputare all’aumento, sul territorio, di progetti industriali su larga scala. Lo rende noto l’organizzazione Survival International. Il branco del fiume George - si legge in una nota - che prima contava 800-900 mila esemplari, è composto oggi a malapena di 74 mila renne: un crollo di circa il 92%.

Il branco si muove nella vasta tundra del Quebec e del Labrador, nel Canada orientale. Conosciuti nell’America Settentrionale come caribù, questi animali sono fondamentali per la cultura dei popoli Innu e Cree. Tuttavia, negli ultimi decenni, una vasta porzione del territorio delle renne è stata sconvolta da una serie di enormi progetti. Secondo gli Innu, le miniere di ferro, gli allagamenti provocati dai complessi idroelettrici e la costruzione di strade hanno causato la scomparsa di molti esemplari.

«I caribù - ha detto a Survival International Georges-Ernest Gregoire, capo anziano degli Innu - occupano un ruolo centrale nella nostra cultura, nella nostra vita spirituale e nella nostra società, ma tutti gli enormi progetti di "sviluppo" che sono stati implementati nella nostra terra negli ultimi quarant’anni hanno avuto un impatto crescente sul numero dei caribù. È per questo - ha aggiunto Gregoire - che abbiamo bisogno di controllare direttamente i nostri territori ed essere coinvolti nelle decisioni che riguardano le nostre terre e gli animali che ci vivono».

Un altro membro degli Innu, Alex Andrew, ha commentato: «Secondo i nostri anziani, gli animali saranno i primi a patire gli effetti di tutti questi danni. La catena alimentare si spezzerà e molti finiranno col soffrire. I programmi di sviluppo, come quelli idroelettrici, minerari, stradali e di deforestazione, creeranno solo altri problemi alla sopravvivenza degli animali».«Se siamo davvero preoccupati dell’impatto che il mondo naturale ha sulle nostre vite e viceversa - ha dichiarato Stephen Corry, direttore generale di Survival - anzichè limitarci a osservare la natura e la televisione, dovremmo cominciare ad ascoltare i popoli tribali. Loro sanno quello che dicono. Per gli Innu, le renne non arrivano solo a Natale».

da La Zampa.it 22 dicembre 2011

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