martedì 6 luglio 2010

Segnalazione della campagna Salviamo i cani di Green Hill -


Le proteste nei confronti della Asl regionale Lombardia, sia quelle via
e-mail che il presidio del 10 giugno, hanno sortito parte dell'effetto
sperato.

La situazione Green Hill non può essere più messa sotto silenzio e sia
la Asl che la Regione stessa stanno sentendo l'attenzione e la richiesta
da parte di un numero crescente di persone. Questa pressione sta
generando alcuni piccoli movimenti, sia a livello di politica locale che
di istituzioni, controlli presso l'allevamento e soprattutto richieste
formali e informali a chi nel Ministero della Sanità si occupa della
questione.

Non a caso il presidente della regione Lombardia Formigoni ha annunciato
pubblicamente che in effetti esiste nel caso Green Hill una discrepanza
tra la Legge Regionale sul benessere animale e la direttiva nazionale
sulla vivisezione, mentre all'interno del consiglio regionale alcuni
esponenti dell'opposizione hanno fatto una interrogazione con richiesta
di risposta scritta, sollevando la problematica di Green Hill e di come
questo lager possa operare sul territorio lombardo senza rispettare i
parametri imposti a tutti gli altri allevamenti di cani.

Ricordiamo che l'applicazione di questa Legge Regionale significherebbe
la chiusura definitiva di Green Hill, ed è per questo che la chiediamo,
non per avere gabbie più larghe.

Qualcosa si smuove. Non certo grazie al caso o alla buonanima dei
politici, ma grazie a tutti coloro che hanno deciso di smascherare
l'atroce operato di Green Hill, di scendere in piazza a protestare, di
far sentire la propria voce, di chiedere delucidazioni e soluzioni.

Qualcosa si smuove a livello regionale, ma abbiamo notato, sia parlando
direttamente coi responsabili della Asl Regionale che da altre
segnalazioni, che la decisione sulla questione viene continuamente
rimandata al Ministero della Sanità, cui spetta decidere se è possibile
applicare questa Legge Regionale o se i pochi requisiti richiesti dalla
116/92, legge nazionale sulla vivisezione, sono sufficienti per regolare
l'operato di Green Hill.

E se tutti, dai politici ai veterinari della Asl, stanno chiedendo
delucidazioni al Ministero... perché non farlo anche noi?
In quelle stanze e su quelle scrivanie si decide la sorte dei migliaia
di individui rinchiusi dentro Green Hill e destinati ai laboratori di
tortura.

Noi, da fuori, dal basso, dalla forza delle nostre convinzioni, vogliamo
far sentire le loro urla e la loro sofferenza. Noi siamo stanchi di
stare ad aspettare che qualcosa cambi, vogliamo essere noi stessi parte
del cambiamento.

Facciamo sentire la nostra voce, scriviamo a:

segreteria.martini@sanita.it,
martini_f@camera.it,
tutela.animale@sanita.it,
f.martini@sanita.it

Messaggio tipo da inviare (mettete il vostro nome e cognome in fondo, e inviate solo il testo da dopo la riga tratteggiata fino alla fine):

All'attenzione del Ministero della Sanità:

Buongiorno,


scrivo questa lettera riguardo l'allevamento di cani beagle Green Hill

di Montichiari (BS).

Green Hill è l'unico allevamento di "cani da laboratorio" in Italia, uno

dei principali in Europa. Come sapete, un numero altissimo di cani, ben
2500, sono rinchiusi nei capannoni chiusi di questa azienda, in cui non
entrano né aria né luce naturale.
Da questo allevamento centinaia di cani ogni mese finiscono nei
laboratori di vivisezione, dove saranno costretti ad inalare o ingerire
sostanze chimiche fino alla morte, ad essere sottoposti a chirurgia,
operazioni al cervello, paura, dolore.
Una fine orrenda in nome del profitto di questa azienda.

Ci chiediamo come questo allevamento possa operare sotto
la Legge
Regionale 33/2009, la quale prevede per chi alleva o custodisce cani un
numero massimo di 200 animali e precise metrature per ogni individuo,
che Green Hill non rispetta assolutamente.

Anche se Green Hill ha un'autorizzazione del Ministero della Sanità e

deve operare sotto le direttive della legge 116, che norma la
vivisezione in Italia ma non dà alcuna regolamentazione agli
stabilimenti fornitori, è evidente che debba anche operare sotto le
direttive regionali in merito all'allevamento e la detenzione dei cani.

Dopotutto il fine per cui sono allevati non può esentarli dal seguire

una regola sulle modalità di allevamento.
Per cui chiedo che venga fatta rispettare questa normativa e auspico una
totale chiusura di questa fabbrica di esseri viventi.

Cordiali saluti, ... nome, cognome ....

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