di Roberta Ragni *
Ora che anche l'ultimo
beagle ha lasciato per sempre Green Hill, dopo il dissequestro della struttura disposto dal
Riesame il 3 agosto scorso, l'inchiesta si arricchisce di un altro filone,
che vede l'iscrizione nel registro degli indagati della Procura della
Repubblica di Brescia del Comandante della Polizia Municipale di
Montichiari, del Sindaco e di un dirigente della Regione Lombardia.
La denuncia alla procura viene da chi ha preso parte
ai sopralluoghi nell'allevamento di Montichiari, l'agente zoofilo Antonio
Colonna, che, secondo quanto riferito dal Corriere
della Sera, avrebbe
presentato un atto formale di denuncia querela lo scorso 20 Settembre,
firmato come privato cittadino. A Settembre dello scorso anno Colonna era,
infatti, responsabile delle Guardie OIPA disposti dal procuratore aggiunto
Sandro Raimondi e dal sostituto Lara Ghirardi, dopo la denuncia dell'Oipa e del
movimento fermare Green Hill, nella prima inchiesta aperta contro Green Hill.
All'epoca sembrava che tutto fosse in regola,
dal cibo agli spazi, passando per le condizioni psicofisiche degli animali.
Tutto finì con l'archiviazione dell'ipotesi di maltrattamento. "L'apparente
regolarità di gestione" evidenziata dalla consulenza, scriveva il
Riesame, "non è in grado di mettere in dubbio il contesto
successivamente denunciato", che "con le patologie constatate
al momento dell'affidamento dei cani, adombra una notizia di reato qualificata".
Eppure, il 18 luglio scorso, quasi un anno dopo, a seguito del blitz della
Digos, la procura ha disposto il sequestro
probatorio della struttura, confermato poi dal Riesame solo
per cani e documentazione.
Ora, però, il caso si riapre e al sindaco di
Montichiari, Anna Zanola, si contesta l'abuso d'ufficio: "in
sostanza –spiega il Corriere- nonostante una serie di irregolarità di cui
sarebbe venuta a conoscenza, non avrebbe fatto nulla per disporre la revoca o
la sospensione della licenza elargita alla Green Hill 2001 srl per aprire
l'allevamento". Il comandante della polizia locale, Cristian Leali,
invece, è sospettato di aver addolcito il verbale della perquisizione nei
capannoni di Green Hill, omettendo di denunciare le irregolarità.
Proprio questi verbali, in netta contrapposizione con
quelli dell'Oipa, avevano avuto un peso determinante nell'archiviazione della
prima inchiesta. Ecco perché per Leali potrebbe prospettarsi dunque un'accusa
di falso in atto pubblico e omessa denuncia di reato. Il funzionario
regionale, infine, dovrà rispondere di illecito amministrativo per avere
autorizzato il canile a tatuare i cani, quando l'unico sistema identificativo
permesso in Italia è il microchip. Queste le tre figure che nei controlli hanno
ricoperto un ruolo decisivo.
Per il Comitato Montichiari contro Green Hill, da
sempre in prima linea per denunciare le irregolarità della struttura e
pretendere la liberazione dei beagle, questa è una notizia "tanto
inattesa quanto eclatante", scrive in una nota ringraziando la Procura di Brescia
e Antonio Colonna, "il primo ad essere entrato a Green Hill con
un sopralluogo storico (era il 30.09.2011...) che ha scoperchiato l'inferno di
quel maledetto allevamento. In tutto questo tempo, Colonna non ha mai mollato
la presa e ha sempre lavorato, lontano dai riflettori, per ricercare la verità".
Finalmente all'orizzonte si intravede una luce, la luce di quella
giustizia che dovrebbe far chiudere per sempre il lager. La causa è in corso
e dobbiamo vincerla per poter dire "mai più Green Hill".
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