venerdì 25 marzo 2011

Torino: Nuovo regolamento comunale sugli animali


Son molte le novità introdotte dal nuovo regolamento sugli animali approvato dal Consiglio comunale. Da oggi in poi i torinesi potranno andare in un negozio o in farmacia col proprio amico a quattro zampe ed anche in metropolitana o alle poste. Vietato l’ingresso agli animali solo dove le norme igienico-sanitarie lo impongono. Novità anche per gli anziani: cani, gatti, tartarughe e uccellini potranno entrare in case di riposo, riconoscendo così il principio per cui un animale da compagnia spesso è di aiuto per superare solitudine o depressione. Infine i circhi non potranno usare varie specie di animali esotici.

I negozi di animali non potranno più esporre in vetrina piccoli cuccioli che guaiscono e si avvicinano storditi ai passanti che battono sui vetri. Non si potrà più tenere i pesciolini rossi in boccie sferiche , perché deformano la visuale esterna del pesce. Sono vietati nei mercati aragoste e altre specie agonizzanti sul ghiaccio, che quindi dovranno essere tenuti in vasche.

Più controversa l’indicazione che riguarda i circhi: dal primo febbraio 2013 non potranno più avere animali esotici, con un distinguo per alcune specie, come orsi, tigri, elefanti e ippopotami, che saranno vietate, e altre che invece potranno continuare a lavorare: i bambini potranno ancora vedere cammelli, zebre, bisonti e serpenti che però dovranno essere tenuti in gabbie di grandezza idonea.

Hanno votato a favore del regolamento anche la Lega Nord e il Pdl

« Il nuovo regolamento, specie per la parte sui circhi - ha sottolineato Marco Francone, il presidente della consulta delle associazioni animaliste - serve anche a livello nazionale. Dovremo vigilare perché tutto non resti solo sulla carta ».

Zoo di Berlino:L'orso Knut se n'è andato

di Cesare Pierbattisti *

Lo sapevate che un orso polare può percorrere oltre cento chilometri nuotando per ore senza sosta nelle gelide acque dell’Artide? Che può digiunare per mesi? Che i cuccioli, pesanti meno di un chilo alla nascita, vengono accuditi dalla madre per quasi tre anni? Che passano la loro vita in completa solitudine salvo i pochi giorni destinati all’accoppiamento? Che il loro numero si va riducendo? Certamente l’orso bianco è una delle meraviglie della natura, un animale splendido, la dimostrazione che la vita s’impone anche in ambienti impossibili.

Forse fra qualche decina d’anni rimarrà solo il ricordo di questa, come di altre specie; resteranno i documentari, i film, i libri a testimoniare della loro presenza sul pianeta e si parlerà anche di Knut, l’orsetto dello zoo di Berlino sopravvissuto grazie all’impegno del veterinario Thomas Dörflein, stroncato da un infarto due anni fa, che l’accudì fin dai primi giorni di vita e che gli consentì di vivere a dispetto di ogni previsione. Ora anche Knut se n’è andato, non era più così popolare, ci si stava pian piano scordando di lui, come accade sempre per le meteore che catalizzano per un breve tempo il nostro interesse, ma poi si spengono nell’affannosa corsa alla novità della nostra epoca.

La storia commovente del piccolo orso e dei suoi pochi difficili anni di vita ha lasciato un segno tangibile: milioni di euro sono affluiti nelle casse dello zoo di Berlino, altri milioni di euro hanno fruttato le foto, i gadget, le pubblicazioni. In suo onore sono stati stampati francobolli ed ora che è morto, come accade per tutte le celebrità che scompaiono, si potrà ancora sfruttare la sua memoria con nuove iniziative commerciali. Sicuramente Knut non sarebbe mai nato e sopravvissuto in condizioni naturali, di questo siamo tutti consapevoli, tuttavia non riesco a non provare una grande pena per lui a cui è stato negato ciò che millenni di selezione hanno decretato per la sua specie.

Nella sua breve vita Knut non ha conosciuto la fame, la fatica, la disperazione, ma non ha neppure potuto immaginare l’immensità del mare, l’abbagliante candore della banchisa, l’eccitazione della caccia. Chissà se avesse potuto scegliere?

* presidente dell’Ordine dei veterinari di Torino

http://www.youtube.com/watch?v=kD2RxEGkCIg&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Efacebook%2Ecom%2Fhome%2Ephp%3F&feature=player_embedded

(video pubblicato su eco-animali 12 agosto 2009)

martedì 22 marzo 2011

Sul fronte del NO ai brevetti sul vivente

da Equivita


L’azione più importante e basilare per frenare sia gli Ogm, sia le molte nuove forme di privatizzazione che ci portano alla perdita totale di sovranità (come pure a una forma di dittatura globale esercitata dai centri di potere economico) sono state le nostre azioni sui brevetti presso l’EPO, Ufficio Europeo dei Brevetti.

A febbraio del 2010 Equivita ha ripreso, insieme alla coalizione “No Patents on Seeds” e a tutti i suoi storici alleati, la campagna contro la “Monsantizzazione” del cibo, per fermare i brevetti rilasciati dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (EPO) su piante e animali ottenuti mediante riproduzione convenzionale
(dunque non più su piante e animali Ogm), oltre che su sequenze di DNA utilizzate con tecniche di riproduzione convenzionale, come la Selezione Assistita da Marcatori (MAS). L’importanza di questa campagna è facile da capire: i nuovi brevetti estendono in modo tanto smisurato quanto ingiusto la possibilità che hanno alcune, poche, industrie di esercitare il loro monopolio sul mercato del cibo e di tutto quanto attiene alla materia vivente del pianeta.
Alcuni nostri comunicati:
05.02.10: “No alla Monsantizzazione del cibo.
27.04.10: “No alla brevettazione della filiera alimentare”
18.05.10: “Olanda: principale stabilimento della Monsanto fatto chiudere dagli attivisti”

Il 30.05.10: “la Repubblica” ha pubblicato, su segnalazione di Equivita e a firma Maurizio Ricci, l’articolo “I padroni del cibo”, in cui viene denunciata, su ben 3 pagine, la nuova frontiera della brevettazione.
Inoltre, il 19 e il 20 luglio Equivita, da me rappresentata, prende parte ad una conferenza pubblica a Monaco di Baviera, ove ha sede l’EPO, e ad una manifestazione di piazza davanti al lussuoso grattacielo che lo ospita. Mi viene data la parola per illustrare la posizione dell’Italia e ciò mi consente di ricordare come grazie ad EQUIVITA (all’epoca Comitato Scientifico Antivivisezionista) fu presentato nel 1999 il ricorso contro la direttiva 98/44 detta “dei brevetti sul vivente”, da tre Stati membri: Italia, Olanda e Norvegia (membro European Economic Agreement). Questo ricorso fu due anni dopo respinto dalla Corte Europea. Oggi, alla luce delle tante prove di danni provocati dai brevetti, non lo sarebbe certo più.
.
L’anno 2010 si è chiuso, in materia di brevetti, con un pronunciamento da lungo tempo atteso, ma ancora non completo, dell’Alta Corte d’Appello dell’EPO. Questa corte interna è l’unica corte che vigila sul suo operato, poiché l’EPO, che non è organismo della UE non dipende dalla Corte del Lussemburgo … La sentenza, da tempo attesa, riguardava due brevetti rilasciati - e subito contestati - considerati “casi giuridici”, di particolare rilevanza, che avrebbero “fatto legge”: il brevetto sul broccolo EP 1069819 e il brevetto sul pomodoro EP 1211926.
La sentenza ha stabilito che la procedura utilizzata per la riproduzione delle suddette piante non è brevettabile, ma non si è pronunciata sul brevetto più importante, quello sulle piante stesse. Ciò fa temere che nella prossima sentenza, annunciata entro breve, la Corte possa stabilire la brevettabilità delle piante.
Una campagna molto vasta contro i brevetti sul vivente è dunque in programma per il 2011 da parte della coalizione “No Patents on Seeds”. Essa avrà ovviamente un forte sostegno da Equivita.

Una notizia molto buona, per quanto riguarda i brevetti, ci consente tuttavia di chiudere il 2010 con uno sguardo di speranza al futuro. Si tratta della sentenza del giudice Robert Sweet della Corte Federale USA che ha invalidato 7 brevetti legati ai geni Brca1 e Brca2 (le cui mutazioni sono associate al cancro del seno e delle ovaie) sulla base del fatto che “i geni, essendo prodotti naturali, non possono essere brevettati” e che “i brevetti sui geni bloccano la ricerca e l’innovazione e limitano le possibilità di cura” … esattamente le parole che sin dai primi anni ’90 abbiamo usato noi!
Questa sentenza potrà segnare un passo indietro nel processo di privatizzazione del vivente, a maggior ragione in quanto ci giunge proprio dagli Stati Uniti. Siamo certi che tale sentenza sia anche testimonianza di una sensibilità tutta nuova dell’opinione pubblica (dovuta al lavoro di tanti di noi) e che essa darà luogo ad una vera ed indispensabile svolta nella politica e nella legge brevettuale del mondo intero, e in particolare nella tutela dei “beni comuni”.

sabato 19 marzo 2011

Convegno VEG - mercoledì 23 marzo a Torino

VEG : una rivoluzione possibile, una scelta necessaria

via Norberto Rosa 13/a Torino

convegno di Pelo & Contropelo
periodico animalista

venerdì 18 marzo 2011

La città di Genova riconosce i diritti degli animali


Il Comune di Genova ha varato un nuovo regolamento comunale che disciplina finalmente con precisione e attenzione la tutela e il benessere degli animali in città.

A Genova una famiglia su due ha almeno un animale: in tutta la città si contano 50.000 cani, 60.000 gatti e tantissimi altri piccoli animali domestici, amatissimi dalla popolazione ed anche dal consiglio comunale, stando a quanto annunciato dall’assessore ai Parchi e Benessere Animale, Pinuccia Montanari: “Con l’approvazione del regolamento parte una piccola rivoluzione nel rapporto con gli altri animali a Genova. Gli animali delle famiglie genovesi sono cittadini a tutti gli effetti del nostro Comune”.

Nei 51 articoli del regolamento è previsto il riconoscimento dei diritti degli animali a un’esistenza compatibile con le proprie caratteristiche biologiche e vengono dettate precise regole di buona tenuta e cura degli animali. Per esempio, è prevista la tutela dei gatti liberi, con il riconoscimento del ruolo di gattare e gattari attraverso un patentino e un corso, il divieto di ostacolare la corretta gestione delle colonie, con il censimento dei gatti liberi. Viene inoltre vietato tenere animali permanentemente su balconi e terrazze senza possibilità di accesso in casa, usare di collari elettrici e collari a strozzo con le punte interne per i cani, vendere animali ai minori di 18 anni (l’acquisto e la conseguente gestione di un animale deve essere una decisione matura, non frutto di un gesto momentaneo) e separare cuccioli di cane e gatto dalla madre prima di 60 giorni.

“Gli animali sono esseri senzienti, capaci di provare amore e sofferenza. Ogni atto che provoca loro dolore e crudele costrizione è dunque da rigettare ed impedire. Questo deve essere il compito di chi amministra le Regioni, le Province e i Comuni; questo deve essere l’impegno degli enti locali, per offrire al nostro paese un nuovo orizzonte di civiltà e benessere per tutti, anche per gli animali”, ha sottolineato Edgar Meyer dell’Assessorato al Benessere animale. Per questo è previsto anche un Piano faunistico urbano con indagini sul campo, monitoraggio di fauna bioindicatrice, interventi urbanistici di miglioramento delle situazioni esistenti relative al territorio urbano, realizzazione di oasi e spazi per animali, interventi culturali e di informazione. Diceva Gandhi che " il grado di civiltà di un popolo si misura anche da come esso tratta i suoi bambini e i suoi animali" . Con l’approvazione di questo Regolamento, Genova ha fatto un passo in avanti nel progresso morale della città.

da www.nestorepaladinoambiente.it

sabato 12 marzo 2011

Piemonte: si va al referendum regionale contro la caccia

Sabato 5 marzo in un affollato incontro regionale a Torino di associazioni e gruppi anticaccia di tutta la regione è stato fatto il punto della situazione dopo la recente sentenza della Corte d’Appello che ha dato il via libera al Referendum regionale sulla caccia del 1987, dopo 23 anni.

Nel 1987 vennero raccolte 60.000 firme. I cittadini del Piemonte avrebbero dovuto votare nel 1988. Per 23 anni le Amministrazioni regionali di ogni colore con strumentali iniziative legislative e illegittimi provvedimenti amministrativi hanno sempre impedito il voto popolare. Adesso la Regione Piemonte dovrà attivare le procedure referendarie per fare esprimere gli elettori piemontesi sulla caccia, anche se esiste ancora la possibilità di un ulteriore, ma non molto probabile ricorso entro fine mese. Nell’incontro si è stabilito di avviare comunque in ogni provincia comitati per la gestione della possibile campagna referendaria. All’inizio di aprile la situazione sarà comunque definitivamente chiarita.

Resta il problema della data in cui svolgere il referendum, il cui risultato avrebbe ovviamente un forte impatto nazionale. La decisione più razionale sarebbe quella di accorparlo ai quattro referendum nazionali del 12 giugno, considerato molto improbabile l’accorpamento con le elezioni comunali di maggio.
Nel 1990 nel referendum nazionale contro la caccia in cui non venne raggiunto il quorum nazionale il Piemonte fu una delle quattro regioni dove invece venne raggiunto il quorum del 50% di votanti e dove prevalse il SI’ all’abolizione della caccia con il 90% dei suffragi espressi.

giovedì 10 marzo 2011

Vivisezione: mozione di Renzo Bossi su Green Hill, al più presto da chiudere


A leggerla così, la mozione della Lega Nord, primo firmatario il Consigliere Renzo Bossi, contro Green Hill e la sperimentazione animale in Lombardia, va decisamente bene. Sopratutto, quello che piace di più, è l’impegno con il quale la Giunta lombarda dovrebbe “attivare tutte le proprie prerogative per limitare al massimo la presenza nel suolo lombardo di strutture di allevamento e di detenzione di animali destinati alla ricerca e alla vivisezione“.

Basterebbe, infatti, dare corso alla lettera inviata alle autorità sanitarie lombarde dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini con la quale “con carattere d’urgenza all’allevamento Green Hill” si chiedeva il rispetto della Legge lombarda che obbliga un allevamento di cani a non detenerne in numero maggiore a 200 (Green Hill ne ha 2.500). Un provvedimento, questo, che secondo il Coordinamento Fermiamo Green Hill porterebbe alla chiusura dell’allevamento di Montichiari (BS).

Renzo Bossi, presentando la mozione, ha altresì riferito che “strutture come quelle di Green Hill, secondo la Lega Nord, vanno fortemente regolamentate, se non chiuse“. Secondo il Consigliere Bossi, inoltre, “è inconcepibile che nel 2011 in campo sanitario e scientifico non possono e non vengono utilizzati metodi alternativi alla sperimentazione degli animali“. Speriamo, pertanto, che al più presto si possa condurre in porto un primo concreto atto quale il rispetto dell’attuale norma regionale sul numero massimo di cani per allevamento.

Lo scorso gennaio i Consiglieri di opposizione presentarono un’ interrogazione al Presidente del Consiglio Regionale lombardo sulla piena applicazione della stessa norma. Ci auguriamo, quindi, che tali auspici possano così ancor prima concretizzarsi. Sembra, inoltre, che in casa Lega Nord siano in preparazione nuovi interventi sempre sul tema della vivisezione. Potrebbe essere la prima volta di una vera inversione di tendenza. (GEAPRESS – Riproduzione vietata senza citare la fonte).

CLICCA QUI PER LEGGERE LA MOZIONE INTEGRALE

da www.geapress.org


martedì 8 marzo 2011

TORINO: BOCCIATO REGOLAMENTO A TUTELA DEGLI ANIMALI


LA LAV RINGRAZIA LA MAGGIORANZA TRASVERSALE CHE HA VOTATO L’EMENDAMENTO, E CRITICA L’INSPIEGABILE L'ATTEGGIAMENTO DEL PD

Comunicato stampa LAV Torino, 8 marzo 2011

TORINO, BOCCIATO REGOLAMENTO A TUTELA DEGLI ANIMALI DEL COMUNE: PD VOTA CONTRO A CAUSA DI UN EMENDAMENTO RIGUARDANTE LE SPECIE DI ANIMALI ESOTICI CONSENTITE AI CIRCHI NEL TERRITORIO COMUNALE.

Il Consiglio comunale di Torino ha bocciato il Regolamento Tutela Animali. Durante la votazione svoltasi ieri, infatti, il PD ha dichiarato di non voler approvare la delibera a causa di un emendamento relativo ai circhi, causando quindi la bocciatura del provvedimento per pochi voti.

L’emendamento presentato prevedeva il divieto di attendamento per i circhi con al seguito specie esotiche come elefanti, grandi felini, ma anche orsi, giraffe, rinoceronti ed altri, animali che naturalmente rifuggono la presenza dell'uomo e per cui la detenzione forzata, ma soprattutto l'esibizione a fronte di un pubblico, rappresenta grande fonte di stress, compromettendone gravemente il benessere.

L'emendamento era stato votato da una maggioranza trasversale (Sinistra Ecologia e Libertà, Rifondazione Comunista, PDL, Lega Nord, Moderati), che ha dato un esempio di civiltà e sensibilità su un tema particolarmente sentito dell'opinione pubblica che si è recentemente espressa, da dati forniti dall’Eurispes, in favore di un circo senza animali.

Il Consiglio comunale ha immediatamente approvato un ordine del giorno che chiede al Parlamento di modificare la legislazione vigente in materia di utilizzo ed esposizione in attività di spettacolo di animali appartenenti a specie selvatica ed esotica. La LAV, nel ringraziare la maggioranza trasversale che si è formata su questo tema, chiede agli esponenti del PD una profonda riflessione in merito alla decisione presa, soprattutto in relazione alle effimere motivazioni, considerando che molti Comuni hanno adottato, o stanno adottando, ordinanze dai medesimi contenuti dell'emendamento bocciato.

Un intero regolamento congelato da un partito che, per primo, avrebbe dovuto ergersi quale fautore della volontà di un cambiamento in tema di benessere animale e che si è invece dimostrato conservatore di falsi valori, cedendo a manifeste pressioni da parte dell'Ente nazionale circhi che ha minacciato improbabili ricorsi in caso di approvazione di qualunque argomentazione riguardasse un freno all'utilizzo degli animali nei circhi”,commenta la LAV di Torino.

La LAV, infine, auspica che le altre proposte di modifica al Regolamento Tutela Animali vengano ripresentate e votate prima del prossimo scioglimento per elezioni del Consiglio comunale.

Ufficio stampa nazionale LAV 06.4461325 – www.lav.it lav.torino@lav.it 011.746392

( L’emendamento circhi senza animali esotici è stato approvato con il voto trasversale di PDL, Moderati, Rifondazione, SEL, Lega Nord con 21 voti a favore, 17 contrari (il gruppo PD piu’ Futuro e liberta’) e 6 astenuti. Poi arrivati al voto ...della delibera delle modifiche al Regolamento Tutela Animali emendato il capogruppo del PD ha dichiarato che la delibera comprendente l’articolo circhi senza animali non intendevano votarla per il parere contrario dell’Avvocatura comunale e quindi il PD avrebbe votato contro l’intera delibera. Al voto la delibera ha ottenuto 19 voti a favore, 22 contrari e 2 astenuti! Quindi tutto saltato).

domenica 6 marzo 2011

CACCIA IN DEROGA, CORTE UE CONDANNA SARDEGNA

Lipu avverte: sistema deroghe fallito, ma la regione ha approvato una nuova legge truffa - chiesto l'intervento del Governo contro la legge sarda, priva del parere Ispra

“Dall’Europa giunge un nuovo pesante colpo al sistema italiano delle deroghe di caccia, il cui fallimento è ormai palese e completo”.

Lo afferma la LIPU-BirdLife Italia all’indomani della sentenza con cui la Corte di Giustizia europea ha condannato la Regione Sardegna per aver concesso deroghe in modo difforme da quanto previsto dalla direttiva Uccelli.

“E’ molto importante analizzare il merito della sentenza della Corte di Strasburgo, che ha condannato la Regione Sardegna per aver concesso deroghe a cacciare specie non cacciabili non solo senza aver indicato l’entità dei danni alle colture che gli uccelli (nella fattispecie cormorani) avrebbero provocato, ma anche senza aver preso in esame le possibili soluzioni alternative all’abbattimento degli uccelli, come invece rigidamente richiesto dalla direttiva comunitaria.

“Si tratta allora di un nuovo caso-scuola, perché la deroga messa in atto dalla Sardegna e duramente condannata dalla Corte è una prassi utilizzata in molte altre regioni italiane: si grida genericamente al danno ma non lo si individua né quantifica, e soprattutto si ignora completamente che possono esistere soluzioni ben più efficaci dell’abbattimento degli animali.

“La ragione di questo atteggiamento è semplice: le deroghe, come la Corte di Giustizia ha esplicitamente affermato, sono solo un espediente per consentire la caccia ordinaria a specie non cacciabili, attraverso la strumentalizzazione della questione dei danni.

“Il risultato è, questo sì, un triplo danno: alle colture, che nel caso siano realmente danneggiate non ottengono alcuna risposta adeguata; alla fauna, che viene abbattuta illegittimamente; e al diritto, con ripetute infrazioni e condanne del nostro Paese. E potrebbe aggiungersene un quarto: perché la situazione italiana delle deroghe e della caccia in generale è tale che appare sempre più prossima la mannaia delle sanzioni economiche, a discapito di tutti i cittadini.

"E' giunto il momento di dire basta ai trucchetti di quel mondo venatorio che continua a premere perché si violino le regole e si cacci più di quanto è possibile. Il Governo intervenga, a cominciare dall'impugnazione dalla nuova truffa in vista proprio nella Regione Sardegna, dove è stata approvata una legge sulle deroghe clamorosamente illegittima, perché priva della previsione del parere ISPRA. Una legge che, nel bizzarro progetto di qualcuno, dovrebbe addirittura consentire, magari per danni all'agricoltura, la caccia ai tordi a febbraio, per i quali invece l'attività venatoria deve aver termine entro e non oltre il mese di dicembre".

Ufficio stampa LIPU Via Trento 49 43100 Parma 0521.273043 Fax0521 273419

Parma, 4 marzo 2011

martedì 1 marzo 2011

Cina, l'orso non va in Borsa


Proteste sul Web contro l'azienda che estrae la bile dai plantigradi

di Ilaria Maria Sala*

La Cina non è certo nota per le campagne animaliste: così, quando l’azienda Gui Zheng Tang Pharmaceutical ha deciso di fare domanda per essere quotata alla Borsa di Shenzhen (ChiNext, creata per aziende tecnologiche), si aspettava di dover rispondere alle domande dei regolatori finanziari sulla salute del suo bilancio, ma non aveva previsto la reazione infuriata del Web cinese da parte di chi disapprova il suo commercio in bile d’orso.

La bile d’orso, un ingrediente utilizzato in certa medicina tradizionale cinese per preparare tonici per capelli o per aumentare la potenza sessuale maschile, è infatti estratta con sofferenze enormi per gli animali: un catetere viene infilato di volta in volta nella vescica biliare orsina, e dei tagli sono praticati sull’addome delle bestie.

La ferita dove è inserito il catetere viene solitamente lasciata aperta, per maggior praticità all’inserzione successiva, e molti orsi ingabbiati nelle fabbriche di bile soffrono di infezioni tali da portare anche al decesso dell’animale.

Da anni, diversi gruppi portano campagne per salvare gli orsi dalle mani di chi vuole estrarne la bile. Fra queste spicca la Animal Asia Foundation, di Hong Kong, che promuove estese campagne di sensibilizzazione in Cina, facendo adottare gli orsi malati che sono stati strappati alle mani delle fabbriche di bile.

L’allarme, dopo l’annuncio della Gui Zheng Tang, è stato lanciato da Yi Jichun, un giornalista televisivo della provincia meridionale del Yunnan (uno degli habitat naturali degli orsi neri, o orsi luna, cinesi, i più pregiati per la loro bile), che ha messo su sina.weibo.cn (uno dei cloni cinesi di Twitter) un messaggio accorato: «Se la Gui Zheng Tang viene approvata in Borsa, sarà la fine degli orsi». In un solo giorno, il suo appello è stato ritrasmesso 8700 volte e la campagna è esplosa sul Web.

In un comunicato l’azienda farmaceutica aveva annunciato non solo di voler raccogliere capitali in Borsa, ma anche di aver previsto di espandersi in maniera significativa, passando dagli attuali 700 orsi in cattività, a 1200, per raggiungere una produzione annuale di 4000 tonnellate di bile. L’azienda, che sostiene di portare avanti l’estrazione della bile con metodi «poco dolorosi per gli orsi», è la terza più grande del settore in Cina (secondo la Aaf, nel Paese gli orsi ingabbiati in fabbrica per la loro bile sarebbero 10.000). La quotazione ha anche l’obiettivo di estendere il raggio d’azione della società a livello mondiale.

La quotazione in Borsa adesso è in forse: secondo il regolamento della Commissione regolatrice cinese, infatti, se le operazioni di un’azienda sono considerate «contrarie all’interesse pubblico», la sua richiesta di quotazione può essere bloccata. Un portavoce della Commissione ha dichiarato che la richiesta della Gui Zheng Tang sta venendo sottoposta a una nuova revisione, e che una decisione finale non è ancora stata presa

( * da La Zampa.it)