venerdì 25 marzo 2011

Zoo di Berlino:L'orso Knut se n'è andato

di Cesare Pierbattisti *

Lo sapevate che un orso polare può percorrere oltre cento chilometri nuotando per ore senza sosta nelle gelide acque dell’Artide? Che può digiunare per mesi? Che i cuccioli, pesanti meno di un chilo alla nascita, vengono accuditi dalla madre per quasi tre anni? Che passano la loro vita in completa solitudine salvo i pochi giorni destinati all’accoppiamento? Che il loro numero si va riducendo? Certamente l’orso bianco è una delle meraviglie della natura, un animale splendido, la dimostrazione che la vita s’impone anche in ambienti impossibili.

Forse fra qualche decina d’anni rimarrà solo il ricordo di questa, come di altre specie; resteranno i documentari, i film, i libri a testimoniare della loro presenza sul pianeta e si parlerà anche di Knut, l’orsetto dello zoo di Berlino sopravvissuto grazie all’impegno del veterinario Thomas Dörflein, stroncato da un infarto due anni fa, che l’accudì fin dai primi giorni di vita e che gli consentì di vivere a dispetto di ogni previsione. Ora anche Knut se n’è andato, non era più così popolare, ci si stava pian piano scordando di lui, come accade sempre per le meteore che catalizzano per un breve tempo il nostro interesse, ma poi si spengono nell’affannosa corsa alla novità della nostra epoca.

La storia commovente del piccolo orso e dei suoi pochi difficili anni di vita ha lasciato un segno tangibile: milioni di euro sono affluiti nelle casse dello zoo di Berlino, altri milioni di euro hanno fruttato le foto, i gadget, le pubblicazioni. In suo onore sono stati stampati francobolli ed ora che è morto, come accade per tutte le celebrità che scompaiono, si potrà ancora sfruttare la sua memoria con nuove iniziative commerciali. Sicuramente Knut non sarebbe mai nato e sopravvissuto in condizioni naturali, di questo siamo tutti consapevoli, tuttavia non riesco a non provare una grande pena per lui a cui è stato negato ciò che millenni di selezione hanno decretato per la sua specie.

Nella sua breve vita Knut non ha conosciuto la fame, la fatica, la disperazione, ma non ha neppure potuto immaginare l’immensità del mare, l’abbagliante candore della banchisa, l’eccitazione della caccia. Chissà se avesse potuto scegliere?

* presidente dell’Ordine dei veterinari di Torino

http://www.youtube.com/watch?v=kD2RxEGkCIg&eurl=http%3A%2F%2Fwww%2Efacebook%2Ecom%2Fhome%2Ephp%3F&feature=player_embedded

(video pubblicato su eco-animali 12 agosto 2009)

Nessun commento:

Posta un commento