Continua la
strage degli elefanti nello Zimbabwe e la situazione si aggrava di giorno in
giorno. Almeno 81 pachidermi sono stati avvelenati per prendere le loro zanne,
i bracconieri hanno messo il cianuro nelle pozze d’acqua dove si abbeverano.
Il 24
settembre il ministro del turismo di Harare, Walter Mzembi, ha confermato
l’ecocidio in corso dopo una visita all’Hwange National Park, i funzionari del
Wildlife department hanno detto che l’impatto dell’avvelenamento non
riguarda solo gli elefanti e che il cianuro ha ucciso subito molti animali più
piccoli che vanno ad abbeverarsi nelle pozze e dopo i predatori che se ne
nutrono e gli avvoltoi che spolpano le carcasse. Ma le pozze avvelenate sono
anche frequentate da grossi erbivori come giraffe, zebre e bufali.
I ranger del
parco, che tenevano sotto controllo un nascondiglio di zanne di avorio, hanno
arrestato 9 bracconieri. Il nuovo ministro dell’ambiente dello Zimbabwe,
Saviour Kasukuwere, si è impegnata a rendere le pene detentive per i
bracconieri più severe, ma Jerry Gotora, direttore del dipartimento parchi
dello Zimbabwe è sconsolato: «Quando abbiamo lasciato l’Hwange National Park
domenica, il numero totale di elefanti che erano morti per avvelenamento da
cianuro era di 81. Sono morti anche molti altri animali, ma non abbiamo ancora
il numero totale».
Il bilancio
di questo sterminio include anche i più di 40 elefanti trovati morti per avvelenamento
all’inizio del mese sempre nell’Hwange National Park che, con i suoi 4.650 km2
è l’area protetta più grande dello Zimbabwe.
Negli ultimi
anni in diverse zone dell’Africa è aumentato il bracconaggio e soprattutto
l’uccisione di elefanti e rinoceronti per soddisfare la richiesta di corni e
zanne che viene dall’Asia. I ministeri dell’ambiente dei Paesi dell’Africa
australe ed orientale stimano che ogni anno vengono massacrati decine di
migliaia di elefanti in quella che definiscono la peggiore ondata di
bracconaggio da decenni.
da greenreport.it, 26 settembre
2013
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