L'apertura
della stagione di caccia sarà ancora una volta l'occasione per manifestare a
gran voce tutto il nostro dissenso per una pratica barbara e crudele che ogni
anno uccide milioni di animali. A Brescia, capitale delle fabbriche di armi per
la caccia e per la guerra, diciamo NO alla cultura di morte e alla violenza
giustificata da una tradizione inaccettabile.
Il corteo partirà da Via Volturno (Piazzale Iveco) alle ore 15
La
Lombardia, e Brescia in particolare, è la capitale della pratica della caccia
da capanno con l'utilizzo dei richiami vivi. Ogni anno da quella provincia
arrivano richieste dei cacciatori di aprire i roccoli, le strutture in cui
vengono catturati legalmente alcune decine di migliaia di uccelli che vengono
dati gratuitamente ai cacciatori che li usano come uccelli da richiamo nella
caccia da capanno.
Quest'anno
grazie alle decennali battaglie legali della LAC, la regione Lombardia è stata
costretta a non promulgare come ha fatto gli scorsi anni una legge per
consentire la cattura degli uccelli migratori.
Gli intenti dei cacciatori, per ora, sono infatti stati bloccati da numerose sentenze del Tar, della Corte Costituzionale e dalle minacce preventive di sanzioni da parte della commissione europea. Si prevede che nella seconda metà di settembre i cacciatori riprovino a far passare una delibera che consenta la riapertura dei roccoli. Se ciò accadesse agiremo prontamente, ancora una volta, ricorrendo contro queste decisioni della regione.
Gli intenti dei cacciatori, per ora, sono infatti stati bloccati da numerose sentenze del Tar, della Corte Costituzionale e dalle minacce preventive di sanzioni da parte della commissione europea. Si prevede che nella seconda metà di settembre i cacciatori riprovino a far passare una delibera che consenta la riapertura dei roccoli. Se ciò accadesse agiremo prontamente, ancora una volta, ricorrendo contro queste decisioni della regione.
Oltre a
questo un altra pressante richiesta che viene dal mondo della caccia bresciana,
è il poter cacciare uccelli protetti. In particolare passeri, storni,
fringuelli e peppole. Prendendo a pretesto la possibilità di derogare che la
Direttiva Europea permette (ma solo in modalità molto rigide e contenute),
anche qui la regione ha tentato negli anni scorsi di legiferare a favore della
caccia a questi animali protetti. Anche in questo caso i ricorsi della LAC al
Tar, le sentenze della Corte di Cassazione e i pareri e le procedure di
infrazioni iniziate dalla Comunità Europea hanno fatto desistere la regione
Lombardia a promulgare una legge per consentire l'abbattimento legale di
animali protetti. Prevediamo però che i cacciatori e i loro rappresentanti nel
consiglio regionale proveranno a deliberare a loro favore per consentire la caccia
nel periodo di maggior migrazione.
La legge
nazionale protegge i valichi utilizzati dagli uccelli migratori. Purtroppo per
essere veramente protetti questi valichi devono essere indicati e censiti, le
regioni e le provincie sono inadempienti in questo aspetto ed i cacciatori ne
approfittano. Alcune centinaia di migliaia sono gli uccelli detenuti in gabbia
dai cacciatori bresciani, altrettanti nel Veneto e nel resto d'italia. Gli
uccelli migratori viaggiano per migliaia di chilometri per andare dai luoghi di
nidificazione a quelli di svernamento e ritorno. Quando passano sul territorio
italiano, vengono richiamati dai loro simili detenuti in piccole gabbiette ed
abbatutti dai cacciatori nascosti nei capanni
LAC: gruppi ed associazioni che
vogliano aderire e collaborare possono contattarci all'indirizzo INFO LAC
Prenotazioni pullman da Ivrea-
Torino per Brescia qui
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