Si può proprio dire che Animals Asia è andata nella tana del drago, a Pechino, per rendere pubblici i risultati delle ricerche scientifiche condotte sugli orsi allevati nelle famigerate fattorie della bile cinesi, dove agli orsi viene praticato il metodo di estrazione "free-drip" (gocciolamento libero).
L'Ong internazionale spiega che «Le prove raccolte si basano sulle analisi effettuate su 165 orsi che sono stati liberati da Animals Asia e accolti nella sua riserva naturale vicino a Chengdu. Degli orsi esaminati, 163 (99%) hanno la cistifellea danneggiata irreparabilmente, 109 (66%) hanno polipi alla cistifellea, 56 (34%) presentano ernie addominali, 46 (28%) hanno ascessi interni, 36 (22%) hanno sviluppato calcoli biliari, mentre 7 hanno la peritonite. Molti degli orsi presentano combinazioni multiple delle condizioni patologiche sopra descritte».
In l'Asia circa 14.000 orsi della luna (Ursus thibetanus) vengono imprigionati e torturati a vita per estrarre la loro bile, che vine utilizzata dalla medicina tradizionale cinese nonostante siano disponibili numerose alternative sintetiche ed erboristiche, più economiche, facilmente reperibili e sicure per la salute dei consumatoriIl 16 febbraio il portavoce dell'Associazione cinese di medicina tradizionale, Fang Shuting, aveva convocato una conferenza stampa durante la quale aveva assicurato: «Il metodo di estrazione della bile è semplice, naturale e indolore come aprire un rubinetto».
Fang ha respinto le accuse di maltrattamento degli orsi nelle fattorie ed a ha detto ai giornalisti: «Vi preghiamo di informarci prontamente qualora tali allevamenti fossero identificati».
Monica Bando, chirurgo veterinario di Animals Asia, non è assolutamente d'accordo : «La tecnica di estrazione del free-drip causa atroci sofferenze e nuoce gravemente alla salute degli orsi».
In Cina gli orsi vengono imprigionati per più di 30 anni in minuscole gabbie, praticamente immobilizzati, e quotidianamente viene munta loro la bile con cateteri arrugginiti o addirittura attraverso una profonda ferita aperta nel loro addome. Le fattorie-lager della bile sono ben note, durante la conferenza di Animals Asia a Pechino ha presentato un filmato, girato sotto copertura da Elsa Xiong, Tu Qiao e Chen Yuanzhong, che hanno lavorato al reportage tra il 2009 e il 2010 in 6 province cinesi. che documenta l'esistenza di allevamenti cinesi "legali" che non rispettano assolutamente nemmeno le blande norme della Repubblica popolare.
L'associazione che lotta per strappare gli orsi della luna a queste torture spiega che «Il documento mostra gli orsi forzati a indossare il cosiddetto metal jacket, una pesante pettorina d'acciaio fissata al corpo degli animali e che, con l'ausilio di un catetere in lattice conficcato nella cistifellea, consente l'estrazione della bile. Nel filmato gli allevatori vengono ripresi mentre scaldano la bile in contenitori sporchi, frantumano i grumi di bile secca e incapsulano manualmente la polvere».
Elsa Xiong sottolineato che «Le fattorie della bile sono chiuse al pubblico, abbiamo quindi dovuto superare difficoltà inimmaginabili e correre numerosi rischi. Questi allevamenti sono estremamente crudeli. Ma la cosa più scioccante è che le fattorie della bile, e l'industria connessa, consentono di immettere legalmente nel mercato prodotti contaminati e pericolosi per la salute pubblica».Rocky Shi, che lavora in una riserva naturale di Animals Asia in Cina, ha descritto le condizioni di vita degli orsi liberati dall'associazione: «Ogni orso ha la propria personalità, emozioni e una vita sociale. Sebbene torturati dall'uomo per molti anni, questi animali sono espressione di una natura gentile e compassionevole e non mostrano rancore nei confronti degli esseri umani».
La fondatrice ed amministratrice di Animals Asia, Jill Robinson, ha detto: «Le fattorie della bile chiuderanno solo se il cambiamento sarà d'ispirazione cinese, e non a causa delle pressioni internazionali. Infatti, le sollecitazioni provenienti dall'estero potrebbero in casi estremi diventare controproducenti e prolungare la sofferenza degli orsi. Durante i giorni scorsi, abbiamo testimoniato la nascita di un movimento senza precedenti da parte dell'opinione pubblica cinese e dei media. È straordinario vedere così tante persone in Cina schierarsi apertamente contro questa terribile industria. Cresce dunque la speranza che le fattorie della bile possano presto chiudere».
In effetti qualcosa sta cambiando anche in Cina rispetto alla percezione degli animali, emergono nuove sensibilità che si credevano lussi o manie "occidentali": la Gui Zhentang, una compagnia farmaceutica che vende bile di orso e che ha presentato domanda per accedere al mercato azionario di Shenzhen, si è scontrata con una forte opposizione da parte dell'opinione pubblica locale e ha invitato la stampa e i cittadini a visitare uno dei suoi allevamenti. Toby Zhang, responsabile di Animals Asia per le relazioni esterne in Cina, ha risposto: «Accogliamo positivamente l'invito, ma al contempo chiediamo garanzie di trasparenza per accertare le reali condizioni degli orsi detenuti».
A quanto pare la Gui Zhentang non ha ancora confermato l'invito ad Animals Asia
da: www.greenreport.it 22 febbraio 2012
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