giovedì 27 settembre 2012

Green Hill, svolta nelle indagini: indagato anche il sindaco di Montichiari


di Roberta Ragni * 

Ora che anche l'ultimo beagle ha lasciato per sempre Green Hill, dopo il dissequestro della struttura disposto dal Riesame il 3 agosto scorso, l'inchiesta si arricchisce di un altro filone, che vede l'iscrizione nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Brescia del Comandante della Polizia Municipale di Montichiari, del Sindaco e di un dirigente della Regione Lombardia.
 

La denuncia alla procura viene da chi ha preso parte ai sopralluoghi nell'allevamento di Montichiari, l'agente zoofilo Antonio Colonna, che, secondo quanto riferito dal Corriere della Sera, avrebbe presentato un atto formale di denuncia querela lo scorso 20 Settembre, firmato come privato cittadino. A Settembre dello scorso anno Colonna era, infatti, responsabile delle Guardie OIPA disposti dal procuratore aggiunto Sandro Raimondi e dal sostituto Lara Ghirardi, dopo la denuncia dell'Oipa e del movimento fermare Green Hill, nella prima inchiesta aperta contro Green Hill. 

All'epoca sembrava che tutto fosse in regola, dal cibo agli spazi, passando per le condizioni psicofisiche degli animali. Tutto finì con l'archiviazione dell'ipotesi di maltrattamento. "L'apparente regolarità di gestione" evidenziata dalla consulenza, scriveva il Riesame, "non è in grado di mettere in dubbio il contesto successivamente denunciato", che "con le patologie constatate al momento dell'affidamento dei cani, adombra una notizia di reato qualificata". Eppure, il 18 luglio scorso, quasi un anno dopo, a seguito del blitz della Digos, la procura ha disposto il sequestro probatorio della struttura, confermato poi dal Riesame solo per cani e documentazione.
Ora, però, il caso si riapre e al sindaco di Montichiari, Anna Zanola, si contesta l'abuso d'ufficio: "in sostanza –spiega il Corriere- nonostante una serie di irregolarità di cui sarebbe venuta a conoscenza, non avrebbe fatto nulla per disporre la revoca o la sospensione della licenza elargita alla Green Hill 2001 srl per aprire l'allevamento". Il comandante della polizia locale, Cristian Leali, invece, è sospettato di aver addolcito il verbale della perquisizione nei capannoni di Green Hill, omettendo di denunciare le irregolarità.
Proprio questi verbali, in netta contrapposizione con quelli dell'Oipa, avevano avuto un peso determinante nell'archiviazione della prima inchiesta. Ecco perché per Leali potrebbe prospettarsi dunque un'accusa di falso in atto pubblico e omessa denuncia di reato. Il funzionario regionale, infine, dovrà rispondere di illecito amministrativo per avere autorizzato il canile a tatuare i cani, quando l'unico sistema identificativo permesso in Italia è il microchip. Queste le tre figure che nei controlli hanno ricoperto un ruolo decisivo.

Per il Comitato Montichiari contro Green Hill, da sempre in prima linea per denunciare le irregolarità della struttura e pretendere la liberazione dei beagle, questa è una notizia "tanto inattesa quanto eclatante", scrive in una nota ringraziando la Procura di Brescia e  Antonio Colonna, "il primo ad essere entrato a Green Hill con un sopralluogo storico (era il 30.09.2011...) che ha scoperchiato l'inferno di quel maledetto allevamento. In tutto questo tempo, Colonna non ha mai mollato la presa e ha sempre lavorato, lontano dai riflettori, per ricercare la verità". Finalmente all'orizzonte si intravede una luce, la luce di quella giustizia che dovrebbe far chiudere per sempre il lager. La causa è in corso e dobbiamo vincerla per poter dire "mai più Green Hill".
 
* da www.greenme.it  - 26 settembre 2012     

martedì 11 settembre 2012

Le 100 specie più minacciate del mondo: senza prezzo o senza valore?


Per la prima volta più di 8.000 scienziati della Iucn Species Survival Commission (Iucn/Ssc)  si sono riuniti per identificare le 100 specie di animali, piante e funghi più minacciate del pianeta, ne è venuta fuori una lista resa nota eri dalla Zoological Society of London (Zsl), SOS - Save Our Species e dall'International Union for Conservation of Nature (Iucn) che in cima vede il camaleonte Tarzan, il piviere dal becco a spatola ed il bradipo tridattilo pigmeo.  Ma scienziati ed  ecologisti temono che non si farà niente per impedire che queste specie si estinguano, perché nessuna di loro «procura un vantaggio evidente all'umanità».

Jonathan Baillie, direttore conservazione della Zls, ha detto che «sempre più la comunità dei donatori ed il movimento ecologico hanno a tendenza a sposare la tesi della "utilità della natura per gli esseri umani", secondo la quale le specie e gli habitat selvatici sono apprezzati e gerarchizzati in funzione dei servizi che possono rendere alle popolazioni. A causa di questo, è diventato sempre più difficile per gli ecologisti difendere le specie più minacciate del pianeta. Ci incombe di prendere una decisione morale ed etica importante: queste specie hanno il diritto di sopravvivere o possiamo permetterci di lasciarle andare fino all'estinzione?»
E' esattamente il tema affrontato dal rapporto "Priceless or Worthless (Senza prezzo o senza valore) presentato al World conservation congress Iucn in corso in Corea del sud,  e che punta a ravvivare l'interesse per la salvaguardia delle creature più rare del mondo, preziosissime ma "senza valore" e a rimetterle in cima ai programmi di conservazione dei governi e delle Ong. Ellen Butcher, dalla Zsl, co-autrice del rapporto  ha detto al summit di Jeju:  «Tutte le specie che figurano sulla lista sono uniche e non rimpiazzabili. Se spariscono nessuna soma di denaro le farà rinascere. Però, se prendiamo delle misure immediate, possiamo dar loro delle buone possibilità di sopravvivere. Ma per questo abbiamo bisogno di una società che sottoscriva la posizione etica che vuole che ogni specie ha il diritto inalienabile di esistere». Il declino di queste specie ormai ridotte a fantasmi è stato essenzialmente causato dalla specie umana, ma la comunità scientifica pensa che in quasi tutti i casi la loro estinzione possa essere evitata  se vengono loro dedicati sforzi ben mirati di conservazione. L'Iucn sottolinea che «Le azioni di conservazione hanno prodotto risultati nei casi di numerose specie, come  il Cavallo di Przewalski (Equus ferus) e la megattera (Megaptera novaeangliae), che sono state salvate dall'estinzione». Ma queste 100 specie, che vivono in 48 Paesi diversi, saranno le prime a scomparire se non le proteggeremo subito.  Il bradipo tridattilo pigmeo (Bradypus pygmaeus) è tra gli animali che rischiano di più: l'isola Escudo, a 17 km a largo di Panama, è il solo luogo del mondo dove sopravvive. La saola (Pseudoryx nghetinhensis) è uno dei mammiferi più minacciati del sud-est asiatico e ormai questo misterioso animale dovrebbe essere ridotto a poche decine di individui.  Il fungo Cryptomyces maximus vive solo in una piccola regione del Galles, la sua popolazione è in forte declino e un  solo evento catastrofico potrebbe cancellarlo dalla terra. Baillie sottolinea: «Se consideriamo che queste specie non hanno prezzo, è tempo che la comunità ecologica, i governi e l'industria agiscano di conseguenza e mostrino alle generazioni di domani che noi diamo valore a tutta la vita».
Il rapporto ricorda: «Anche se la monetizzazione della natura resta una necessità valida per gli ecologisti, non bisogna per questo scordare il grande valore delle specie che si trovano al limite dell'estinzione» e Simon Stuart, presidente della Species survival commission Iucn ha concluso: «Tutte le specie hanno un valore per la natura e pertanto per gli esseri umani. Anche se il valore di alcune specie potrebbe non apparire evidente a prima vista, tutte le specie contribuiscono infatti, nei loro rispettivi modi, al sano funzionamento del pianeta».
 da greenreport.it,  11 settembre 2012

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lunedì 10 settembre 2012

Piemonte, il TAR sospende la caccia


Accolto il ricorso di LAC, Pro Natura e altri gruppi anticaccia

Con l’ordinanza del 7 settembre 2012 il TAR del Piemonte ha accolto il ricorso presentato da LAC, Pro Natura e altre associazioni. La caccia è al momento sospesa,  e non parte in tutto il Piemonte domenica 16 settembre 2012; i cacciatori possono dormire fino a tardi, dicono ora le Associazioni.

Alla base del provvedimento che sospende il Calendario venatorio 2012/2013  vi sarebbero tre argomenti: manca il Piano Faunistico venatorio regionale, manca la Valutazione d’incidenza prevista per la rete Natura 2000, manca il parere dell’ISPRA sui periodi di caccia consentiti.

Le associazioni attaccano gli assessori Sacchetto e Vignale,  considerati responsabili anche della cancellazione del referendum regionale e ne chiedono le dimissioni..

L'assessore reponsabile, Claudio Sacchetto, però minimizza: "Non cambia nulla. Domani con i tecnici correggeremo gli errori segnalati dal Tar".